FANO - Tanta commozione ma anche tanti sorrisi e del resto non poteva essere altrimenti visto che si raccontava la storia di una ragazza il cui motto era “Sorridi...
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Una sala convegni piena quella di Palazzo Martinozzi a Fano, che ha ascoltato attentamente venerdì sera gli aneddoti e le curiosità raccolte nel libro “Chiamatemi ancora Anza”, scritto dalla pallavolista campionessa del mondo Sara Anzanello scomparsa nell’ottobre 2018 all’età di 38 anni.
Ad organizzare l’appuntamento è stato il Csi di Pesaro-Urbino (sede in Fano) nell’ambito dei festeggiamenti per i 75 anni di attività, 75 anni in cui oltre a promuovere lo sport si sono promossi e si stanno promuovendo i valori ad esso associati, primo fra tutti quello della donazione.
E Sara nella sua pur breve vita è stata un esempio di cosa significhi donare: donare il proprio talento a servizio delle squadre per cui ha giocato prima e donare il suo tempo alla sensibilizzazione poi, dopo aver a sua volta ricevuto in “dono” un fegato che, seppur non compatibile, le ha salvato qualche anno fa la vita permettendole di continuare a giocare e di diventare testimonial di Aido e promotrice della campagna di sensibilizzazione "Diamo il meglio di noi".
“Non è stato facile trovare una casa editrice che ci pubblicasse il libro – hanno detto il babbo di Sara, Walter, il fidanzato Walter Naletto e l’amica, Raffaella Calloni – ma non per mancanza di contenuti ma perché volevamo che la gente leggesse le parole di Sara così come lei le aveva scritte, su post it o fogli volanti, perché lei era così, scriveva da quando era adolescente e nel volume emerge la vera Sara, una ragazza che aveva un futuro segnato come pianista ma che invece ha seguito la sua passione non scoraggiandosi mai di fronte alle difficoltà e continuando a lottare fino all’ultimo, tanto che nel libro è riportata anche una foto scattata in riva al mare due giorni prima di morire”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico