Sant'Angelo in Vado, giovane sgozzato Il giallo dell'Sms: chi l'ha spedito?

Marjo Mena e Igli Meta
PESARO - Due versioni che collimano, salvo alcuni particolari, uno dei quali particolarmente importante. Chi ha inviato ai...

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PESARO - Due versioni che collimano, salvo alcuni particolari, uno dei quali particolarmente importante.






Chi ha inviato ai familiari di Ismaele Lulli, il 17enne sgozzato a Sant'Angelo in Vado, un Sms dal cellulare del ragazzo che annunciava l'intenzione di andare «a Milano per cambiare vita»? È uno dettagli emersi oggi durante le udienze di convalida dei fermi di Igli Meta, il ventenne albanese che ha confessato di essere l'autore materiale del delitto per gelosia, e di Marjo Mena, il diciannovenne suo amico, anche lui albanese, che avrebbe avuto comunque un ruolo minore, precedente e successivo all'omicidio.



Udienze che si sono svolte, una dopo l'altra, nel carcere di Villa Fastiggi, davanti al gip Egidio De Leone e alla presenza del Pm Irene Lilliu e degli avvocato Salvatore Asole per Igli e Umberto Levi per Marjo.



Il racconto di Igli ha ricalcato quello già reso durante l'interrogatorio al pm, un racconto «lineare a coerente» secondo il suo legale, al quale mancano solo alcuni riscontri dalle risultanze delle indagini per essere completo: il ritrovamento dell'arma del delitto (il ventenne ha fornito delle indicazioni sul luogo) e il cellulare del povero Ismaele, che sarebbe finito nel fiume dove i due giovani sono andati a lavarsi dopo il delitto.



Proprio sul tentativo di depistaggio messo in atto con il telefonino, però, le due versioni divergono: secondo Igli sarebbe stato Marjo a mandare il messaggino, secondo Marjo sarebbe stato Igli. L'avvocato Asole ribadisce oggi che «non c'è stata premeditazione da parte di Igli e il pm non l'ha contestata. Ci sono tutti gli elementi per andare ad un giudizio immediato. Chiederemo il rito abbreviato».



L'avv. Levi ribadisce che «Marjo non poteva neppure immaginare come sarebbe andata a finire l'uscita con Ismaele, credeva che l'amico al massimo volesse dargli una lezione». Ulteriori elementi potranno venire appunto dagli accertamenti ancora in corso da parte dei carabinieri.



Igli e Marjo restano in carcere: nessuno dei due avvocati ha chiesto misure alternative alla detenzione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico