San Costanzo, chiamano il 118 e poi madre e figlio picchiano la dottoressa. A giudizio entrambi ma la signora è anche recidiva

Gli operatori del 118 sono non di rado vittime di aggressioni
FANO Chiamano il 118 per curare il padre, poi prendono a schiaffi il medico. A processo moglie e figlio per resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e...

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FANO Chiamano il 118 per curare il padre, poi prendono a schiaffi il medico. A processo moglie e figlio per resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e lesioni. I fatti risalgono all’agosto scorso quando da un’abitazione di San Costanzo arriva la chiamata d’emergenza per assistere un uomo. Una volta arrivata, la dottoressa ha chiesto i documenti clinici per conoscere eventuali condizioni pregresse, ma non solo la moglie non ha voluto fornire i referti ma ha colpito il medico con schiaffi al volto e spinte fino a cacciarla dall’abitazione. Nel frattempo la donna stava cercando di chiamare le forze dell’ordine con il telefono. Ma il figlio del malato, 24 anni, ha afferrato il polso della dottoressa e l’ha portato verso di se per poterle impedire di chiedere l’intervento dei carabinieri. <


Il referto


La sanitaria del 118 è stata quindi refertata al pronto soccorso e ha ricevuto una prognosi di 15 giorni per la distorsione al polso. Di qui anche l’accusa di lesioni mentre alla madre è stata contestata anche la recidiva infraquinquiennale in quanto durante il Covid la stessa famiglia aveva richiesto un intervento dei sanitari con un copione simile in quanto la dottoressa doveva avvertire della positività di un soggetto, ma la signora non era affatto d’accordo. Il medico è difesa dall’avvocato Giulio Maione che si è costituito parte civile chiedendo un risarcimento di 10mila euro. «Sono episodi piuttosto frequenti – spiega Maione - l’azienda ospedaliera si sarebbe potuta costituire parte civile come segno di vicinanza e tutela nei confronti degli operatori sanitari. E’ vero che c’è un sistema di sorveglianza nel pronto soccorso, ma quando si va all’esterno non è semplice».

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Corriere Adriatico