San Costanzo, consigliera comunale a tu per tu con l'orso: «Era mansueto»

San Costanzo, consigliera comunale a tu per tu con l'orso: «Era mansueto»
SAN COSTANZO - «L’orso era bellissimo ed è rimasto lì tutto il pomeriggio». La consigliera comunale Margherita Mencoboni, in vacanza al santuario...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SAN COSTANZO - «L’orso era bellissimo ed è rimasto lì tutto il pomeriggio». La consigliera comunale Margherita Mencoboni, in vacanza al santuario di San Romedio in Trentino nella Val di Non, insieme al figlio e agli amici della banda musicale di Montefelcino, ha vissuto in prima persona l’esperienza dell’avvicinamento a un orso in semilibertà. «Ci si poteva avvicinare ma in ogni caso c’era un recinto che impedisce il contatto diretto con un animale che a distanza non ci ha dato problemi e ci è sembrato piuttosto mansueto».

In realtà, la presenza di un orso bruno nel santuario di San Rimedio non è per niente casuale perché nasce da una tradizione millenaria connessa al culto di un santo di origine tedesca che visse in Trentino al ritorno da un pellegrinaggio a Roma. «La storia racconta – precisa la Mencoboni – che qui avvenne un fatto analogo al celebre episodio di San Francesco d’Assisi che riuscì ad ammansire un lupo. San Rimedio trovò il modo infatti di addomesticare un orso che aveva ucciso un cavallo». Da allora, a partire dal 1000 è sorto questo santuario composto da cinque chiese e dall’area faunistica di Coredo in Val di Non. «Un’esperienza molto emozionante, in realtà devo dire che l’orso è stato fotografato da mio figlio. L’animale non è del tutto libero e non può scavalcare il recinto quindi non abbiamo avuto il modo di andarlo a toccare anche perché si tratta di una specie che in certi casi può risultare pericoloso. Ma eravamo veramente vicinissimi».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico