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MAROTTA - Sono state respinte le richieste di stato di emergenza nazionale presentate dall’amministrazione comunale di Fano e da quella di Mondolfo, per i danni provocati dalle forti precipitazioni abbattutesi il 15, 16 e 17 novembre prevalentemente nelle zone di Ponte Sasso e Marotta.
La mancanza di presupposti
«Non ci sono i presupposti – si legge nella risposta del servizio Protezione civile della Regione Marche alla nota del Comune di Mondolfo del 24 novembre - per formulare la richiesta di stato di emergenza nazionale».
Nella tipologia ‘C’ ricadono emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo.
«Siamo rammaricati – sottolinea il vicesindaco e assessore alla protezione civile Carlo Diotallevi – per il fatto che non sia stato accolto lo stato di emergenza nazionale perché comunque i danni sono stati tanti così come le famiglie coinvolte. Apprendiamo dalla Regione che ha attivato l’iter per l’approvazione dello stato di emergenza regionale; ci sembra una iniziativa importante e sulla quale facciamo affidamento». L’amministrazione mondolfese dovrà fornire un’ampia documentazione che va dalle relazione dell’evento alle copie dei vari rapporti d’intervento di soccorso eseguiti, fino ai riferimenti della deliberazione del consiglio comunale di approvazione del piano di protezione civile.
Il vicesindaco Diotallevi
«Stiamo già inviando tutta la documentazione – prosegue Diotallevi – al fine di provare a rientrare in questa nuova fattispecie, lo stato di emergenza regionale. Come amministrazione, inoltre, stiamo proseguendo con ancora maggiore determinazione nel portare avanti il progetto per la messa in sicurezza dal punto di vista idraulico del territorio di Marotta con diversi interventi, alcuni già realizzati e altri appaltati. Mi riferisco ad esempio a quello in via Corfù per oltre 1milione e 400mila euro che partirà a breve». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico