Allarme per i ricoveri Covid: a Marche Nord 53% in più in dieci giorni

Allarme per i ricoveri Covid: a Marche Nord 53% in più in dieci giorni
PESARO - Mentre la progressione dei contagi in provincia di Pesaro Urbino si mantiene di poco al di sopra della soglia di guardia che fa scattare la zona rossa (250 casi in 7...

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PESARO - Mentre la progressione dei contagi in provincia di Pesaro Urbino si mantiene di poco al di sopra della soglia di guardia che fa scattare la zona rossa (250 casi in 7 giorni ogni 100mila abitanti), continua a salire in modo preoccupante la pressione dei ricoverati Covid sull’azienda ospedaliera Marche Nord, provenienti anche dalle province di Ancona e Macerata ora più esposte al virus.

 

La saturazione Covid dei posti letto è allarmante presentando i valori più alti in Italia su base regionale. Si registra così a Marche Nord una riduzione di risorse (posti letto e personale) destinate alle altre patologie con l’ulteriore compressione quindi del diritto alla salute dei cittadini rispetto all’assetto dell’emergenza, che da un anno vede quasi dimezzata la disponibilità complessiva dei posti letto dell’azienda ospedaliera (ora sono poco più di 300), a riprova di un modello sanitario da lunga data inadeguato, in quanto sbilanciato sul sistema ospedaliero rispetto alla presa in carico dei pazienti da parte della sanità territoriale e con una cronica carenza di posti letto (particolarmente nella provincia pesarese), come si rileva dal raffronto tra i tassi di saturazione Covid delle terapie intensive e della restante area medica e l’incidenza dei degenti sulla popolazione rispetto alle altre regioni.

La progressione dei positivi rallenta
I dati comunicati ieri dal gruppo operativo regionale emergenze sanitarie (che hanno registrato il consueto calo settimanale perché riferiti ai tamponi processati la domenica) segnalano 26 positivi nella provincia pesarese su un totale regionale di 415 (219 in provincia di Ancona, 103 a Macerata, 32 a Fermo, 23 ad Ascoli Piceno e 12 fuori regione), pari complessivamente al 37,8% dei tamponi molecolari.

L’incidenza dei nuovi casi nella provincia pesarese nella settimana dall’8 al 14 marzo risulta così di 260 ogni 100mila abitanti, con un incremento del 7% sulla settimana precedente dall’1 al 7 marzo. Seppure sempre in crescita, la progressione della pandemia quindi rallenta, perché allora l’incidenza di 242 ogni 100mila residenti aveva fatto registrare un aumento preoccupante del 45% rispetto alla settimana dal 22 al 28 febbraio.

Compresso il diritto alla salute
Ma ora è la tenuta del sistema ospedaliero a rischio. Negli ultimi 10 giorni, in base ai bollettini del Gores, l’azienda ospedaliera Marche Nord ha registrato un incremento di ricoveri Covid del 53,3%, accentuato soprattutto nella terapia semi intensiva: ieri erano complessivamente 161 (39 nella terapia intensiva su 132 in regione pari al 29,5%, 77 nella terapia semi intensiva su 216 pari al 36%, 45 nei reparti non intensivi pari al 9,1%), il 5 marzo scorso se ne contavano 56 in meno, ossia 105 (28 in terapia intensiva su 92 in regione pari al 30,4%, 52 nella terapia semi intensiva su 171 pari al 30,4%, 25 nei reparti non intensivi su 422 pari al 5,9%). Salvo i pazienti trattenuti al pronto soccorso (ieri 16 pari all'11,7% del totale regionale, 10 giorni prima 14 pari al 19,2% del totale).

I sindacati Cisl e Cgil
«Nell’ultimo weekend dono stati aperti due nuovi reparti di semi intensiva - rileva Alessandro Contadini di Cisl Fp - utilizzando lo spazio sopra neurologia, riducendo chirurgia e chiudendo urologia al San Salvatore. Come sindacati abbiamo chiesto di ridurre le attività non indifferibili per la carenza di personale al fine di favorire la turnazione degli addetti del Dea che da sei mesi non godono di ferie. E’ lo stesso problema di un anno fa. I 68 posti in letto di intensiva e semi intensiva Covid allestiti nel frattempo in realtà non sono in più bensì sono sostitutivi». Una risposta d’emergenza nell’emergenza. «In queste condizioni si è scelto il male minore - puntualizza Vania Sciumbata di Fp Cgil -. Certamente dopo la prima ondata è mancato un intervento programmatorio della Regione anche per un’integrazione più puntuale con la sanità privata e per una presa in carico adeguata dei pazienti da parte del territorio».

Le Marche quarta regione per incidenza dei contagi
Le varianti del coronavirus, in particolare quella inglese, si sono sviluppate nelle Marche con cluster di contagi particolarmente virulenti nella provincia di Ancona. Nonostante un leggero rallentamento negli ultimi due giorni, dopo il picco di sabato scorso di 350 nuovi positivi in 7 giorni ogni 100mila abitanti, la regione Marche resta al quarto posto in Italia per la progressione della pandemia avendo fatto registrare nell’ultima settimana un’incidenza 339 nuovi casi (la soglia di allarme è di 250).

La maggiore saturazione Covid nazionale dei posti letto


Ma per l’occupazione dei posti letto ospedalieri quella marchigiana costituisce la frontiera dell’emergenza nazionale. Infatti, secondo i dati di ieri del Ministero della salute nelle Marche, 132 pazienti Covid occupano il 57% dei posti letto disponibili rispetto al limite di guardia del 30%. Si tratta del valore più alto tra le regioni, che corrisponde a un’incidenza di 8,7 degenti ogni 100mila abitanti, seconda solamente alla provincia di Trento (8,8). Nella cosiddetta area medica non critica i 722 malati Covid ricoverati arrivano a saturare addirittura il 61% dei posti letto, che costituisce il valore più alto in Italia, rispetto alla tolleranza del 40%. Ma l’incidenza di 48 degenti ogni 100mila abitanti è solamente la quinta tra le regioni (prima l’Emilia Romagna con 77). Questo valore, insieme all’incidenza dei contagi, dimostra la sottodotazione dei posti letti nelle Marche per la passata politica della chiusura degli ospedali minori.

 

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Corriere Adriatico