Marche Nord, nuova missione per riqualificare il sistema ospedaliero. Il centrodestra: «Non ha risolto la mobilità passiva»

L'ospedale di Muraglia dell'azienda Marche Nord
PESARO - L’analisi del fabbisogno sanitario commissionata dalla Regione all’università Politecnica delle Marche fornirà la base di studio per risolvere...

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PESARO - L’analisi del fabbisogno sanitario commissionata dalla Regione all’università Politecnica delle Marche fornirà la base di studio per risolvere l’incertezza sul futuro dell’azienda ospedaliera Marche Nord, ora che la Regione ha superato l’organizzazione fondata sugli ospedali unici, che costituiva - rispetto all’unificazione dei presidi di Pesaro e Fano - la missione dell’azienda pesarese.

 

Tuttavia, l’indirizzo politico amministrativo appare già chiaro e volge verso una svolta nell’esperienza finora maturata, con un giudizio severo sul fine mancato del progetto per cui l’azienda era stata costituita con la legge regionale 21 del 2009, diventando operativa dal primo gennaio 2011, ovvero creare un argine a Nord della regione, con l’integrazione degli ospedali di Pesaro e Fano, contro la mobilità passiva, ossia i viaggi del dolore e della speranza che i marchigiani compiono per farsi operare e curare fuori regione.

La revisione delle aziende
Il secondo punto della convenzione tra Agenzia sanitaria regionale e università Politecnica deliberata dalla giunta Acquaroli l’11 agosto scorso riguarda espressamente “il supporto alla realizzazione di analisi incrociate sulle diverse dimensioni e settori della realtà marchigiana” in funzione di una rivisitazione complessiva delle aziende sanitarie regionali. Tuttavia, nell’ultima intervista al Corriere Adriatico il governatore delle Marche ha offerto la sua visione: pur sottolineando che il centrodestra non smonterà ciò che funziona e che l’azienda Marche Nord sarà migliorata, Acquaroli ha dichiarato che «le due città che valgono mezza provincia non possono vivere estrapolate dal territorio».

Confermando, quindi, le anticipazioni sulla volontà di dare autonomia giuridica alle Aree vaste - secondo l’impegno elettorale che accompagnava quello sulla creazione di una rete ospedaliera diffusa senza concentrazione di servizi -, trasformando a tale scopo a Nord l’azienda già presente, che quindi acquisirebbe una valenza provinciale assumendo la gestione anche degli ospedali di Urbino e Pergola.

Il dibattito regionale
E il recente dibattito in consiglio regionale sulla modifica del piano socio sanitario per superare il modello degli ospedali unici ha rivelato in modo ancora più chiaro la nuova volontà politica. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, è stato esplicito intervenendo sull’emendamento (poi bocciato) proposto da Andrea Biancani del Pd,che mirava a riconoscere “il nuovo ospedale (non più unico, ndr) di Marche Nord come azienda ospedaliera di alta complessità in grado di accogliere le unità complesse di ogni specialità di cui ci fosse necessità, oltre a quelle già presenti, a integrazione di quelle garantite dall’Aou Ospedali Riuniti Ancona”.

L’obiettivo mancato


«L’azienda ospedaliera di Pesaro - ha dichiarato Ciccioli - è stata costituita nell’ottica di evitare la mobilità passiva dalla provincia di Pesaro verso la Romagna, molto attrattiva. Dopo 10 anni da 50 milioni di euro circa di mobilità passiva siamo passati a 48,5 milioni, evidentemente questo progetto non ha tenuto, mentre abbiamo perso sempre da quella provincia cittadini utenti che si sono rivolti altrove. Quindi, dobbiamo riqualificare il sistema provinciale. Nelle Marche con un milione e mezzo di abitanti possiamo permetterci una sola azienda di secondo livello ad Ancona su cui dobbiamo puntare tutto, con una rete ospedaliera diffusa dalle funzioni integrate che dia a tutto il territorio eque prestazioni».
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Corriere Adriatico