SAN COSTANZO «Fortunatamente c’erano tremila euro in casa, non è una somma che abitualmente tengo in contanti, hanno trovato quelli e se ne sono andati....
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Il giorno dopo, l’incubo che si è materializzato all’improvviso alle 2 di venerdì notte, con le sembianze di tre banditi dall’accento dell’Est, era ormai metabolizzato. L’imprenditore edile, 63 anni, di San Costanzo che ha subito l’assalto nella sua villa in strada Mondolfo, sede anche dell’azienda, dove è stato svegliato nella notte insieme alle sue due figlie di 25 e 28 anni dai malviventi che volevano farsi aprire la cassaforte, ha superato il forte spavento con la sensazione di un pericolo scampato.
«Non fa piacere vedersi portare via i soldi, ma io e le mie figlie non abbiamo subito alcuna violenza fisica, siamo stati di fatto sequestrati per una mezz’oretta, però la situazione non è degenerata ed è andata bene così. Ho evitato di essere io a innescare reazioni incontrollabili».
I tre banditi, con il volto nascosto tra scaldacollo alzato e cappellino calato in fronte, entrati nella villa dopo aver praticato un foro in una finestra, hanno radunato i tre familiari in cucina: mentre uno li controllava gli altri due hanno messo sottosopra ogni stanza.
All’apparenza non avevano armi, salvo un grimaldello, mentre nell’abitazione ci sono i fucili da caccia e per il tiro sportivo dell’imprenditore.
«Se avessi potuto organizzarmi e mi fossi accorto prima di quell’intrusione, li avrei accolti in modo diverso - afferma il rapinato -, perché per me la casa è sacra. Ma in quella condizione non potevo fare diversamente e so di avere agito bene».
Nella villa non ci sono dispositivi di sicurezza. «Non pensavo di averne bisogno - commenta l'imprenditore -, mi sentivo tranquillo, come ritenevo tranquilla questa zona, ora prenderò delle misure». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico