In 200 al cinema Masetti, De Leo lancia il suo progetto per Fano: «La chiusura di Marche Nord? Una sciagura»

In 200 al cinema Masetti, De Leo lancia il suo progetto per Fano: «La chiusura di Marche Nord? Una sciagura»
FANO - Competenza per amministrare una città come Fano. Una virtù che Giuseppe De Leo non riconosce all’attuale amministrazione comunale di centrosinistra....

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FANO - Competenza per amministrare una città come Fano. Una virtù che Giuseppe De Leo non riconosce all’attuale amministrazione comunale di centrosinistra. Tanto che è ricorso all’ironia sferzante per definirne l’operato: ora da «geni» e ora da «fenomeni».

Si alzano i toni ed è la prova che la campagna elettorale comincia a entrare nel vivo. Davanti a circa duecento persone, che ieri pomeriggio sedevano nella sala del cinema Masetti, De Leo si è accreditato come il candidato giusto per il centrodestra fanese, ora che nella coalizione è in atto una sorta di ballottaggio riguardante anche il consigliere regionale Luca Serfilippi e, più defilato, l’assessore regionale Stefano Aguzzi. 

«Hanno galleggiato»

L’altro filo conduttore del discorso è stato la discontinuità. De Leo ha mutuato una metafora di Riccardo Severi, assessore comunale dell’epoca Aguzzi, che ha rimproverato alle due giunte Seri di avere «galleggiato per dieci anni». Le sostiene una maggioranza litigiosa, che è riuscita «perfino a sfiduciare il suo vice sindaco e capodelegazione Pd (Cristian Fanesi per chi legge)» e che a giudizio di De Leo ha mancato in capacità progettuale e in coraggio, sia nelle scelte sia nei momenti decisivi. «Proprio quando serviva – ha proseguito De Leo – l’amministrazione fanese si è eclissata. Il tema dell’ospedale e della sanità è sparito dai radar. La situazione del pronto soccorso è drammatica e la chiusura di Marche Nord è stata una sciagura».

Una sottolineatura importante, perché la fine di Marche Nord è stata decisa da maggioranza e giunta regionali di centrodestra. L’ex direttore generale del Comune ai tempi delle giunte Aguzzi sembra dunque qualificarsi come interprete di un civismo libero da convenienze di parte.

«Il sindaco è la massima autorità sanitaria di un Comune – ha proseguito De Leo – e di conseguenza Massimo Seri non può nascondersi dietro al dito. Se diventerò il primo cittadino di Fano, mi impegno a piantare una tenda davanti all’ufficio del presidente regionale Francesco Acquaroli».

«L'Asp non va bene»

Poi un’altra botta al centrosinistra, il dito nella piaga ancora aperta: «Non ho pregiudizi verso l’Azienda per i servizi alla persona, che deve restare pubblica, ma si tratta di un altro colpo di genio. Si vuole un amministratore unico che dovrà gestire da solo oltre 60 milioni in cinque anni e tutto ciò non va affatto bene».

Serve riannodare i rapporti lacerati, ha proseguito De Leo, con i Comuni dell’entroterra («Da Fano si aspettano invece una guida»), con gli altri enti locali, con gli imprenditori e Confindustria. La variante Gimarra è «un errore clamoroso, siamo per il rispetto dell’ambiente: i 20 milioni sono da recuperare e investire sulla viabilità di Fano Sud».  Il percorso alternativo verso Pesaro deve passare per Fenile e sfruttare il futuro collegamento tra i due casellini.

«Tolleranza zero»

Moderati da Renzo Rovinelli, hanno preceduto De Leo gli interventi di Antonio Paoletti, Riccardo Severi, Francesca Cecchini, Davide Pieretti e Stefano Zaffini, che ha sollevato il tema della sicurezza, dei recenti fatti di cronaca, delle baby gang, del bullismo, degli eccessi, della crescente preoccupazione tra i fanesi. «Tolleranza zero», ha concluso il candidato sindaco.

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Corriere Adriatico