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CANTIANO - Niente valigie, a volte uno zaino, ma più di tutto sacchetti di plastica. Non c’è stato bisogno di una grande logistica per trasferire, ieri, i dieci rifugiati afgani dal Covid hotel di Gabicce Mare alla struttura di accoglienza di Cantiano. Sono arrivati all’albergo Cordelli di Chiaserna poco prima delle 17, con il furgone della Protezione civile di Fano, assistiti dai volontari del gruppo “Enrico Mattei” e dall’Auser cantianese.
Significative le loro reazioni. Alcuni, guardinghi, sono rimasti all’esterno per osservare quella che sarà la loro casa nei prossimi mesi; altri, stimolati dagli operatori, sono entrati e hanno vagliato le misure della biancheria e dei vestiti. Momenti commoventi rallegrati dagli strilli di tre bimbi che si contendevano il triciclo rosso fuoco, non per caso lasciato nella hall.
Una famiglia e tre persone singole
Si tratta di una famiglia di sette persone, tra cui 5 bambini, il più piccolo ha 7 anni, e di tre persone single. Il che trasforma il Cordelli, l’albergo incastonato alle falde del massiccio del Catria, in un albergo famiglia. Vanno a raggiungere altri 14 rifugiati afgani, due famiglie con otto bimbi in tutto, il più piccolo ha solo 8 mesi e il più grande quasi 9 anni, e altri due single arrivati lunedì e martedì scorsi dal centro della Croce Rossa di Cosenza, dove avevano già completato la quarantena.
Ma non sono stati i soli ad andar via da Gabicce Mare.
La presa in carico in piccole comunità
Per Eurolex Servizi quella di ieri è stata una giornata straordinaria di accoglienza. Deve garantire una presa in carico dignitosa e rassicurante e programmare una serie di azioni per assistere i profughi dal punto di vista materiale e psicologico, e gettare le basi per favorire la loro integrazione. Il che richiede strutture con caratteristiche specifiche e spinge gli operatori a cercarle con determinate specifiche a Urbino, Apecchio, Sassocorvaro, Vallefoglia. Piccole comunità dal cuore grande ideali per aiutare chi, restando in Afghanistan, avrebbe subito la rappresaglia o pagato con la morte il fatto di aver avuto rapporti di lavoro con le istituzioni italiane o le forze armate. Tra gli ospiti del Covid hotel c’erano persone che hanno lavorato a Kabul con la nostra ambasciata ma anche chi ha collaborato con il contingente italiano ad Herat.
Diaria giornaliera di 27 euro
«L’accoglienza – spiega Cristina Cecchini di Eurolex Servizi – richiede mediatori che parlano la lingua dari, il pashtu e il farsi. Per il momento lavoriamo con due operatori pakistani che le conoscono, ma non bastano. Quindi abbiamo lanciato una richiesta per assumere personale». Dal punto di vista gestionale lavorano con un capitolato diverso, quello del Ministro dell’Interno, ed ex prefetto, Luciana Lamorgese: «La diaria - spiega - è stata fissata intorno ai 27 euro, dieci in più di quella prevista dal capitolo Salvini per i profughi». Anche l’organizzazione della casa è del tutto diversa: «Abbiamo inserito tanti giochi perché ci sono molte famiglie con bambini, che dovranno andare a scuola, perché sarà fondamentale non interrompere il loro percorso». Poi, l’assistenza psicologica: «Sarà lunga, hanno avuto paura di morire e temono per la vita di chi è rimasto». E poi, necessitano un approccio diverso: sono persone che non erano alla ricerca di un futuro in un altro paese ma che volevano costruirlo nella propria patria. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico