PESARO - Sono 52 gli uffici postali che potrebbero chiudere da qui al 2019 nella provincia di Pesaro. E’ quanto emerge da un question time al ministro dei Trasporti di...
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«Uno scenario che desta non poca preoccupazione: se da una parte è vero che oggi tante operazioni si possono fare online o altrove, penso soltanto alla possibilità di pagare una bolletta dal tabaccaio, dall’altra ci sono piccoli centri dove il servizio postale ha ancora un ruolo basilare, soprattutto laddove è alta la concentrazione di cittadini in là con gli anni».
In base al documento del Governo di 124 pagine, gli uffici da chiudere sono 52 nella provincia di Pesaro-Urbino, 11 in quella di Ancona, 52 in quella di Macerata, 22 in quella di Fermo e altri 22 in quella di Ascoli-Piceno. In particolare, secondo il dossier, sarebbero soprattutto gli uffici periferici a saltare. Quelli dove sono spesso gli anziani a recarsi per ritirare la pensione, avamposti che garantiscono un servizio nei luoghi più lontani della provincia.
In particolare sono inclusi gli sportelli di Acqualagna, Apecchio, Auditore, Barchi, Belforte all’Isauro, Borgo Pace, Cagli, Cantiano, Cartoceto, Fermignano, Fossombrone, Fratte Rosa, Frontino, Frontone, Gradara, Isola del Piano, Lunano, Macerata Feltria, Mercatello Sul Metauro, Mercatino Conca, Mombaroccio, Mondavio, Monte Cerignone, Monte Grimano Terme, Monte Porzio, Montecalvo in Foglia, Monteciccardo, Montecopiolo, Montefelcino, Montelabbate, Montemaggiore al Metauro, Orciano, Peglio, Pergola, Piagge, Piandimeleto, Pietrarubbia, Piobbico, Saltara, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Sant’Angelo in Vado, Sant’Ippolito, Sassocorvaro, Sassofeltrio, Serrungarina, Tavoleto, Tavullia, Urbania, Vallefoglia.
Sono quelli sportelli per cui è prevista una razionalizzazione. In alcuni casi degli uffici rimarranno aperti comunque due volte a settimana, ma altri chiuderanno. La partita è aperta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico