Chef guida in stato di ebbrezza, la condanna a 4 mesi arriva dopo 5 anni quando lei lavora in Svizzera in un quotato ristorante

Un'aula di Tribunale
PESARO - I conti con la giustizia prima o poi si devono fare. E ora una ragazza rischia di dover tornare in Italia mettendo in conto di poter perdere tutto quanto costruito...

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PESARO - I conti con la giustizia prima o poi si devono fare. E ora una ragazza rischia di dover tornare in Italia mettendo in conto di poter perdere tutto quanto costruito all’estero. L’alternativa è quella di fare la “latitante” o trovare un compromesso. Il tutto per non aver regolato a suo tempo i conti con una banale guida in stato di ebbrezza. Lei è una 34enne che cinque anni fa fu sorpresa a guidare con un tasso alcolemico di 1,40 milligrammi per litro, quasi tre volte il limite consentito.

 

Fu denunciata e il processo andò avanti fino alla condanna a 4 mesi. Ma attenzione, la pena non fu sospesa perché la ragazza aveva già avuto un precedente guaio con la giustizia dunque non poteva usufruire della sospensione condizionale della pena. Qui ci fu un cortocircuito comunicativo con l’avvocato dell’epoca, che era d’ufficio. Dunque anziché trovare una struttura dove compiere lavori socialmente utili o comunque estinguere il debito con la giustizia, non se ne fece nulla. Lei cambiò vita, si trasferì all’estero dove ora è molto apprezzata come chef in un ristorante. Una vita nuova, un ottimo lavoro. Ma quei quattro mesi sono tornati a bussare alla sua porta perché dopo cinque anni il sistema giudiziario ha presentato il conto perché la condanna è diventata definitiva. Ieri l’udienza al tribunale di sorveglianza dove l’avvocato Alessandro Pagnini ha preso in mano la situazione. Le possibilità sono poche: quella di prendere un’aspettativa di quattro mesi per poter scontare la pena in Italia con lavori socialmente utili, ma rischiando di perdere il lavoro. Oppure quella di trovare un accordo transnazionale tra Svizzera e Italia per definire la questione oppure fare la “latitante” all’estero. Quest’ultima ovviamente è un’ipotesi estrema e curiosa. L’avvocato Pagnini sottolinea: «Io e la mia assistita abbiamo molto apprezzato la sensibilità del Tribunale nel concedere un rinvio lungo a fine aprile; questo tempo ci permetterà di verificare eventuali convenzioni internazionali in essere o di programmare un rientro in Italia chiedendo un’aspettativa, al fine di tutelare il posto di lavoro reperito in Svizzera».

 

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Corriere Adriatico