L’abbraccio di big Luciano alla città che l’ha osannato. Scoperta la statua di Poli

PESARO Finalmente svelata la statua di Big Luciano che abbraccia il pubblico e lo accoglie, da via Curiel, prima di entrare al Teatro Rossini. Il volto sorridente, le braccia...

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PESARO Finalmente svelata la statua di Big Luciano che abbraccia il pubblico e lo accoglie, da via Curiel, prima di entrare al Teatro Rossini. Il volto sorridente, le braccia aperte con il suo immancabile fazzoletto nella mano sinistra.

 

La suspence

A scoprire la statua/monumento, dell’altezza di 192 cm, poggiata su una base di marmo, opera in bronzo realizzata, con la tecnica della fusione a cera persa, da Albano Poli, la vedova Nicoletta Mantovani, le figlie Giuliana e Cristina, i nipoti, il regista e scenografo Pier Luigi Pizzi, il vicesindaco di Modena Gianpiero Cavazza, insieme alle autorità locali, tra cui la prefetta Emanuela Saveria Greco il sindaco Matteo Ricci e il vicesindaco Daniele Vimini, il direttore generale del Rof Cristian Della Chiara, il presidente dell’Orchestra Rossini Saul Salucci. Un telo bianco e rosso, i colori di Pesaro, ha tenuto fino all’ultimo in sospeso tutti gli intervenuti, nella gremita piazza Lazzarini. «Per lui Pesaro era una vera osasi di pace e tranquillità», ha sottolineato Nicoletta Mantovani.

«Ma è anche vero che qui ha fatto tantissime cose e oggi per lui sarebbe stato un giorno speciale per essere ricordato da chi lui amava tanto. Sono grata di questo omaggio perché credo che la cultura sia la cosa più importante per l’identità di una città e qui c’è amore per la cultura. È un bellissimo riconoscimento del grande amore che lui aveva per questa città, e quindi in questo momento è come se l’onda dell’amore tornasse indietro. Amava girare per la città, stare con i pesaresi e la trovava una città fantastica. Il fatto che sia qua, davanti al teatro a cui lui teneva tanto in un anno speciale, dedicato alla cultura».

Oggi doppio omaggio al maestro, con il premio Pesaro Music Awards: «Un riconoscimento ancora più bello perché dà un premio proprio alla memoria di Luciano ed è significativo perché lui ha cantato tante volte in questa città. Nel mese di agosto tutto veniva cancellato e lui voleva stare solo a Pesaro». Anche secondo Giuliana Pavarotti Pesaro «era il suo rifugio. Per lui queste erano le luci più belle del mondo così come il mare. Un luogo che gli donava tanta ispirazione: qua ha studiato tante opere, anche il Guglielmo Tell. E questo è il posto in cui ancora lo vengo a cercare». Pesaro è dunque ufficialmente la seconda città di Pavarotti e, come recita la stella (in stile Walk of Fame) ai suoi piedi “Sono cittadino onorario di mille città nel mondo, ma di questa mi sento vero cittadino”: frase che come ha suggerito il giornalista Alberto Pancrazi, Pavarotti ripeteva spesso. A presentare l’opera è stato Andrea Mezzetti, assistente artistico del maestro Poli, che ha sottolineato come l’autore abbia lavorato con passione al progetto anche perché si è sentito in piena sintonia con Pavarotti nel grande lavoro di ispirazione verso gli artisti: onorato anche per il rispetto e l’amore di una città verso un artista che l’ha sempre amata e che ora ricambia il suo amore. «Pavarotti è un artista indimenticabile del nostro Paese. Questa statua ha un obiettivo divulgativo di quello che il Maestro ha fatto e della sua capacità di portare la bellezza nel mondo, attraverso la sua voce».

Il legame

A ricordare le tappe che hanno segnato il legame di Pesaro con il Maestro è stato il vicesindaco Daniele Vimini: «Si è esibito per la riapertura del Teatro Rossini nell’aprile del 1980 dopo 14 anni di chiusura, una ricorrenza che diede ulteriore slancio ad un progetto, quello di un festival rossiniano a Pesaro, che pochi mesi dopo vide la luce. Fu nuovamente lui, nel 1986, a incantare il pubblico del Rof con uno storico concerto in piazza del Popolo. E infine, nel 1996, fu lui a inaugurare l’attuale Vitrifrigo Arena, nella quale il Rossini Opera Festival ha allestito alcuni dei suoi ultimi maggiori successi. È stato molto vicino alla città, ricordo ad esempio la solidarietà verso il centro di Ematologia di Muraglia e, soprattutto, è stato un cantore innamorato di Pesaro, non mancava mai di rimarcarlo».

 

 

 

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Corriere Adriatico