Denunciati i vandali del presepe al Pincio, sono due ragazzi di buona famiglia: inchiodati dalla telecamera

Il carrista Matteo Angherà ripara il presepe al Pincio danneggiato dai vandali
FANO - Alla fine sono stati identificati e denunciati gli autori del primo atto di vandalismo compiuto nella notte tra il 27 e il 28 novembre scorsi ai danni del presepe che i...

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FANO - Alla fine sono stati identificati e denunciati gli autori del primo atto di vandalismo compiuto nella notte tra il 27 e il 28 novembre scorsi ai danni del presepe che i maestri carristi del Carnevale di Fano hanno realizzato a Pincio. Si tratta di due ragazzi, uno ancora minorenne e uno di 18 anni appena compiuti, fanesi. Non si tratta di giovani disadattati, né di coloro che soffrono problemi di integrazione. Sono ragazzi di buone famiglie, il cui comportamento ha sorpreso gli stessi genitori che hanno fatto il possibile per fornire loro una buona educazione.

 

Un episodio grave
Data la gravità, dal punto di vista morale del fatto, comunque il comando dei vigili urbani ha fatto il possibile per giungere alla loro identificazione. Dapprima si sono visionate tutte le immagini ritratte dalle telecamere situate a Porta Maggiore, una delle quali era stata puntata proprio sul presepe, memori di quanto era accaduto l’anno scorso, quando ugualmente le statue rappresentanti la santa Famiglia erano state danneggiate e addirittura Gesù Bambino scagliato a terra.

Poi una volta individuate le figure che nel cuore della notte hanno spezzato un braccio a San Giuseppe, danneggiato il drappo che la Vergine tiene in grembo e mutilato alcune pecorelle, è iniziata la complessa fase del riconoscimento dei vandali. Una fase più delicata che comunque, grazie ad alcuni elementi emersi dalle immagini, ha avuto successo.

La banalità della goliardata
In realtà, in base agli accertamenti svolti, sembra che non vi sia stata alcuna motivazione ideologica o strumentale a spingere i due ragazzi a danneggiare il presepe; probabilmente l’azione è stata presa come una goliardata, compiuta al termine di una serata passata in allegria, che ha travalicato i limiti, della cui gravità solo a posteriori i due autori del misfatto si sono resi conto. Ciò comunque non ha impedito i vigili urbani a denunciare gli stessi alla magistratura.

Un episodio emblematico che dimostra quanto sia necessario insistere, a livello educativo, sulla importanza dei valori: sul valore del rispetto del bene pubblico che appartiene a tutti e rende la città più bella; sul valore etico e morale di ciò che certe rappresentazioni, come il presepe, rappresentano; sul valore del rispetto del lavoro degli altri, poiché la realizzazione delle statue è stato il frutto dell’impegno e dell’arte dei maestri carristi. Restano da identificare gli autori del secondo raid vandalico avvenuto qualche sera dopo.

Anche un lancio di uova


In questo la scuola, in aggiunta al compito primario della famiglia, può dare un aiuto notevole. L’epilogo delle indagini, tra l’altro, può costituire da monito a coloro che continuano a rendersi protagonisti di atti di vandalismo. Purtroppo il Pincio, anche dopo il pregevole intervento di qualificazione eseguito dall’Amministrazione Comunale che lo ha reso l’angolo più bello di Fano, continua a essere frequentato da gruppi di teppisti che stanno rendendo difficile la vita dei residenti. Qualcuno, addirittura, per un dispetto senza alcuna ragione, quindi del tutto gratuito, si è visto bersagliare da una pioggia di uova mentre si trovava in un locale della propria abitazione con la finestra aperta. Uno scherzo stupido, ma significativo del clima che vige in questa parte di città, non estranea a risse, diverbi, schiamazzi e in passato anche a fatti di sangue. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico