Identificati autori e mandanti del rogo che distrusse il Pesce Azzurro

Identificati autori e mandanti del rogo che distrusse il Pesce Azzurro
FANO - Identificati dai carabinieri di Fano i mandanti e gli esecutori dell’incendio che distrusse il ristorante Pesce Azzurro nel giugno del 2010. Si tratta di una coppia...

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FANO - Identificati dai carabinieri di Fano i mandanti e gli esecutori dell’incendio che distrusse il ristorante Pesce Azzurro nel giugno del 2010. Si tratta di una coppia di coniugi, di origini pugliesi, da tempo residenti a Fano che hanno ideato il piano criminale per eliminare la concorrenza che danneggiava il ristorante da loro gestito.






Per questo si sono rivolti a un malavitoso gravitante a Barletta perchè trovasse i complici in grado di dare fuoco al ristorante. Due pluripregiudicati pugliesi si sono adoperati per ingaggiare gli autori materiali dell’incendio, individuati nel territorio di loro influenza, supportandoli, mantenendo contatti con loro per tutta la durata della trasferta. I due che hanno eseguito materialmente l’azione, hanno raggiunto Fano in treno nelle prime ore della mattina del giorno precedente l’incendio, permanendo a Fano per l’intera giornata e ripartendo, con l’intento di eludere qualsivoglia controllo utilizzando come mezzo di spostamento il treno dalla stazione ferroviaria di Rimini, due ore dopo l’incendio. Località raggiunta in macchina grazie ai mandanti. L’azione, che ha provocato un ingentissimo danno economico alle vittime, e grave pericolo causato dalla vastità dell’incendio prodotto, che ha distrutto un’area di notevoli dimensioni, ha visto coinvolti soggetti che sono inseriti in un ambiente criminale consolidato, nell’ambito del quale si sono dimostrati profondamente introdotti ed operanti. Il locale imprenditore che inizialmente a tale ambiente pareva estraneo, aveva tuttavia dimostrato di ben destreggiarvisi con certre dinaimiche tipiche della malavita pugliese, cosicché le risultanze emerse circa il suo coinvolgimento diretto, unite alle prove raccolte che già lo avevano fatto ritenere un favoreggiatore, lo inseriscono ora pienamente nel ruolo di concorrente nel reato.



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