Su Villa Caprile dubbi parlamentari: il restauro dei giardini torna a Roma

Su Villa Caprile dubbi parlamentari: il restauro dei giardini torna a Roma
PESARO «Restauro dei Giardini di Villa Caprile, dopo la gara per l’affidamento dei lavori andata deserta il Governo solleciti la Provincia a rivedere il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PESARO «Restauro dei Giardini di Villa Caprile, dopo la gara per l’affidamento dei lavori andata deserta il Governo solleciti la Provincia a rivedere il progetto». L'intervento finanziato con il Pnrr, valorizzazione dei Giardini Storici di Villa Caprile, dopo i rilievi critici espressi a livello locale da associazioni ambientaliste ed esperti del settore, è arrivato anche a Roma.

 

I quesiti

Un'interrogazione parlamentare, presentata dall'onorevole Devis Dori di Alleanza Verdi Sinistra, inviata ai ministri della Cultura, Pubblica Amministrazione, Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e Pnrr, Ambiente e Sicurezza Energetica, chiede se i destinatari siano a conoscenza della situazione relativa al piano per Villa Caprile e «se non intendano adoperarsi, in accordo con la provincia di Pesaro e Urbino, per un'ampia revisione del progetto di restauro dei giardini stessi, nonché con riguardo alle verifiche di competenza circa l'affidamento dei relativi lavori». Nel documento ispettivo si fa riferimento all'ultimo passaggio della vicenda e cioè la gara andata deserta, per un importo di oltre 1,3 milioni di euro. La sollecitazione per fare arrivare la questione in Parlamento è stata lanciata dalla «Lupus in Fabula - scrive l'onorevole Dori nell'interrogazione - attiva da tempo sul progetto di Villa Caprile», ha premesso lo stesso Dori, che prosegue: «Come mai la Provincia non si è premurata di adottare i criteri di massima trasparenza attraverso la condivisione pubblica, aperta alla cittadinanza o, ancora meglio, l'attivazione di forme di collaborazione attiva tramite laboratori di co-progettazione partecipata con tutte le competenze coinvolte? L'assenza di comunicazione e coinvolgimento serio della comunità è una ricorrente e grave criticità nel flusso di interazioni fra istituzioni e cittadini».

Nel dettaglio

Poi si entra nel merito: «È lecito chiedersi se per interventi in un sistema storico-architettonico-ambientale di tale pregio e complessità siano state valutate tutte le possibili criticità per evitare futuri danni strutturali e paesistico-ambientali, nonché se siano state messe in campo tutte le competenze tecnico-professionali necessarie, ovvero professionisti con documentate esperienze nelle diverse e complesse tipologie d'intervento». C'è un'ultima osservazione che il deputato di Alleanza Verdi Sinistra sottopone ai ministeri: «L'amministrazione provinciale avrebbe conferito, con affidamento diretto, all'agronomo paesaggista Andrea Giangolini, legale rappresentante dello studio LanDesign, l'incarico per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica e del piano di sicurezza e di coordinamento in fase di progettazione relativo al restauro e valorizzazione dei giardini.

L’affidamento

Successivamente, sempre con affidamento diretto, in fase di conferimento dell'incarico esecutivo, l'amministrazione provinciale avrebbe affidato la progettazione definitiva-esecutiva al Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (RTP) formato da Studio associato LanDesign, mandataria, Eugenia Riffelli, Gabriele Corbo, Energi Srl. Sorgono dubbi circa il possesso in capo agli incaricati di tutti i requisiti previsti dalla normativa, in particolare dal codice dei beni culturali e dal codice degli appalti».

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico