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PESARO - Lo spacciatore viaggia in treno, vestito in maniera distinta ma dice di non avere una fissa dimora. Dal controllo spuntano fuori un mazzo di chiavi che portano a un appartamento dove custodiva l’eroina. Arrestato.
I controlli
Non si ferma l’attività della Squadra Mobile della questura di Pesaro per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare rivolta all’eroina che in questo ultimo periodo ha portato a diversi casi di overdose a Pesaro e anche ad Urbino. Controlli serrati nei parchi, Miralfiore in primis, e agli altri luoghi solitamente utilizzati dagli spacciator. Tra questi la stazione ferroviaria, visto che il treno risulta spesso essere il mezzo con il quale i pusher, la maggior parte stranieri originari del centro Africa, sono soliti spostarsi. Si approvvigionano in Romagna per poi spacciare a Pesaro. Gli investigatori della Squadra Mobile si sono concentrati su un nigeriano di 37 anni, e lo hanno sottoposto ad un controllo nella serata di mercoledì, proprio mentre scendeva da un treno proveniente dal nord. Benché durante tutto il controllo si mostrasse tranquillo, attesa anche la sua regolare presenza sul territorio, la perquisizione personale ha permesso il rinvenimento di una busta che teneva nello zaino piena di numerosi ritagli in cellophane trasparente a forma circolare, riconducibili ad un confezionamento di dosi di sostanze stupefacenti.
Altro elemento che ha contribuito alla necessità di proseguire negli accertamenti era il fatto che lo straniero, ben vestito e curato, ha riferito di non avere una fissa dimora ma di usufruire della disponibilità di tanti amici che di volta in volta si prestavano ad ospitarlo.
Droga e soldi
Qui si sono concentrate le operazioni di perquisizione che hanno portato al ritrovamento, abilmente occultate dentro ad una federa sottostante la seduta di una poltrona, di quasi 70 dosi di eroina del peso di circa 60 grammi. Sono stati inoltre sequestrati 500 euro ritenuta provento dello spaccio, anche perché lo straniero non risulta aver mai svolto regolare attività lavorativa benché presente in Italia dal 2017 quale richiedente asilo, vari telefoni cellulari di ultima generazione e materiale per il confezionamento delle dosi. Il 37enne è stato arrestato e nel primo pomeriggio di ieri il Giudice del Tribunale di Urbino ha convalidato l’arresto: va in carcere.
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Corriere Adriatico