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PESARO - Un inizio di settembre scoppiettante per Pesaro sul fronte delle iniziative: dopo la 1/2 Notte Bianca dei Bambini domani sera ci sarà la mega tavolata per la pizza Rossini, poi i quattro giorni della fiera di San Nicola e nel mezzo i campionati juniores di bocce con centinaia di presenze assicurate. Ma complessivamente la stagione turistica 2023 è deludente, nel Pesarese e in tutt’Italia.
Il sentiment diffuso parla di un calo tra il 20 e il 30%. I numeri sono ancora tutti da accertare ma ci sono segnali difficili da contestare. Come l’occupazione del parcheggio dell’associazione degli albergatori di Gabicce. Per la Confcommercio, a Ferragosto, su 800 posti disponibili ne erano occupati solo 701 mentre a giugno e luglio raramente si è superata la presenza di 150 auto al giorno. «Non abbiamo i numeri esatti – interviene il direttore di Confcommercio Marche Nord Amerigo Varotti – ma, da rilevazioni dei nostri uffici, nelle strutture ricettive del litorale, da Gabicce a Marotta, ci sono state meno presenze e, quindi, a saldo ci sarà un calo pesante di fatturato».
Gli interrogativi
Le cause? «All’inizio della stagione, con l’alluvione, il Pesarese è stato visto come la propaggine della Romagna e sono state cancellate tante prenotazioni, poi gli italiani che hanno preferito l’estero, il caro carburante, i tassi sui mutui, l’inflazione.
Una frenata improvvisa che impone misure drastiche. «Perché si tratta di un campanello d’allarme - commenta Alessandro Ligurgo, il direttore di Confesercenti Pesaro - che dimostra quante nuove sfide sta affrontando il settore: dal cambiamento climatico a competitor nuovi come l’Albania e il Montenegro, dal calo del potere d’acquisto all’aumento delle rate dei mutui. Il Governo deve intervenire a supporto dell’intera filiera, con una seria riforma fiscale e del costo del lavoro». In questo scenario, il presidente dell’Associazione Albergatori di Pesaro, Paolo Costantini, preferisce ragionare sui dati a consuntivo in mano. Avverte comunque che, a confronto dell’eccezionale 2022, una flessione fisiologica era da aspettarsi e che, come la stagione è stata altalenante come meteo, i risultati variano da una struttura all’altra poiché dipendono dal loro posizionamento e dal tipo delle offerte.
La strategia da cambiare
«Ed è proprio alla luce di questi parametri che i dati vanno analizzati ed approfonditi, per studiare una strategia precisa per aiutare gli operatori a proporsi meglio sul mercato e promuovere con efficacia il nostro turismo balneare». Ovviamente, le spiagge accusano il doppio colpo. Subiscono il calo delle presenze negli alberghi e il calo del “mordi e fuggi”. Sabina Cardinali, presidente nazionale Cna Balneari e titolare dei Bagni Tino fa i conti della serva: «L’alluvione ha compromesso l’immagine turistica e l’erosione ci ha impedito di preparare le spiagge. Le ruspe hanno lavorato sul ripascimento fino al 6 giugno, poi il cattivo tempo ha fatto sì che la stagione iniziasse solo i primi di luglio e con numeri abbastanza modesti».
Spera in questi giorni «perché - conclude - con le scuole oltre il 13 non si va. Di fatto, in concomitanza con la fiera di San Nicola, gli alberghi stagionali a Pesaro chiudono». Sul mordi e fuggi Fano patisce i lavori alla Contessa. «Purtroppo, i bagnini fenese hanno dovuto fare a meno degli umbri» conferma Mauro Mandolini, co-titolare dei Bagni Torrette, nel direttivo di Confartigianato Imprese demaniali e presidente di Balneari Confartigianato Ancona-Pesaro e Urbino. «Abbiamo perso molti bagnanti giornalieri che provenivano da Umbertide, Gubbio, Gualdo Tadino e Perugia». Da una sua prima stima, le perdite superano il 30 %.
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