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PESARO - Il Mercato delle erbe a settembre si trasferirà in via Gavardini, nel cortile di proprietà comunale sul retro di palazzo Gradari. Ci rimarrà tre anni, fino al 2026, la durata cioè della ristrutturazione del San Domenico con fondi e scadenze del Pnrr. E nella loro tradizionale sede del chiostro duecentesco, documentata dal 1861, torneranno una volta finiti i lavori.
L’intesa
Durante l’assemblea di martedì nella sala Rossa del Comune, dopo un vivace confronto sulla paventata strumentalizzazione politica, si è raggiunta l’intesa per la location temporanea. Erano presenti una decina tra ambulanti e produttori agricoli, Davide Ippaso, responsabile sindacale della Confesercenti, Silvana Della Fornace per la Confartigianato, Agnese Trufelli di Confcommercio e l’assessore alle Attività economiche Francesca Frenquellucci insieme al capo di gabinetto Massimiliano Amadori e ai responsabili comunali Marco Fattore e Marina Vagnini.
Una soluzione inizialmente scartata dagli operatori del mercatino, quella di via Gavardini-palazzo Gradari, perché ritenuta troppo piccola per le sette bancarelle, che alla fine ha messo tutti d’accordo perché il Comune renderà disponibile, oltre al cortile di circa 100 metri quadrati, anche un piccolo spazio di 30 mq nell’atrio all’interno di palazzo Gradari, affacciato sullo slargo.
Con questo escamotage i banchi di frutta e verdura, fiori e miele staranno all’aperto sotto una copertura, meglio una tettoia rispetto agli ombrelloni, mentre il panettiere e il rivenditore di formaggi e salumi, anche per motivi igienico sanitari, svolgeranno la loro attività dentro l’edificio storico.
Gli interventi
Saranno necessari inoltre alcuni lavori di allestimento, per esempio gli allacci dell’acqua e una parete in cartongesso, di cui si occuperà l’amministrazione comunale.
Il passa parola
Ora la preoccupazione degli addetti del Mercato delle erbe è fare conoscere ai clienti la loro nuova sede, che continuerà a essere sempre aperta tutte le mattine, con cartellonistica e materiale pubblicitario. Ambulanti, artigiani, produttori agricoli e commercianti del settore alimentare che continueranno a offrire non solo la qualità dei loro prodotti freschi, ma anche la gentilezza e la simpatia. Perché le bancarelle sono sempre state un punto di incontro e aggregazione per chi vive il centro storico e ama le sue antiche tradizioni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico