Bimbo in minimoto si diverte ma danneggia il campo: il proprietario lo riporta a casa in auto e la madre lo denuncia

Bimbo in minimoto si diverte ma danneggia il campo: il proprietario lo riporta a casa in auto e la madre lo denuncia
PESARO -  Giocava con la sua minimoto in un campo, ma il proprietario lo ha fatto scendere e accompagnato dai genitori. Un gesto non così banale, tanto che è...

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PESARO -  Giocava con la sua minimoto in un campo, ma il proprietario lo ha fatto scendere e accompagnato dai genitori. Un gesto non così banale, tanto che è finito a processo. Il caso risale al settembre del 2020 ed è avvenuto a Villa Fastiggi. Qui un bambino di circa 10 anni stava scorrazzando con la sua moto in un campo. Il proprietario del terreno, un 60enne, nell’appezzamento ci aveva piantato e ci stava coltivando erba medica, coltura ideale per diventare mangime per animali. 

 


Così le ruggenti piccole ruote avevano schiacciato gli steli della coltivazione provocando una forte irritazione nel proprietario del terreno il quale ha dimostrato tutto il suo scontento. Così avrebbe avvicinato il bambino. Secondo l’accusa l’uomo lo avrebbe costretto a scendere dalla sella della sua moto minicross per poi prendergliela e scaraventarla in una scarpata. Il fatto non sarebbe finito qui perché l’uomo avrebbe costretto il bimbo a salire sulla sua Range Rover per raggiungere il negozio della madre del ragazzino a Villa Fastiggi a poche centinaia di metri dal campo. Qui si sarebbe lamentato del comportamento scorretto del bimbo di 10 anni. La madre ha ascoltato i rimbrotti ma non ha affatto digerito il comportamento dell’adulto e il fatto di aver preso il figlio, caricatolo in macchina, per riconsegnarglielo.


Così, replicato ai rimbrotti, ha sporto querela e le indagini hanno portato il 60enne davanti al giudice monocratico accusato di violenza privata. Si tratta del reato relativo all’articolo 610 del codice penale e punisce chi chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa. Un reato che è punito con la reclusione fino a quattro anni. La famiglia del minorenne si è costituita parte civile tramite l’avvocato Stefano Vichi.

 


«I miei assistiti, genitori del minore, hanno ritenuto di rivolgersi alla Autorità giudiziaria per vedere sanzionato e non lasciare impunito un comportamento illegittimo ed inaccettabile contro il proprio figlio – sottolinea il legale - proponendo una querela e poi costituendosi parte civile contro il presunto responsabile». Ieri si è aperto il dibattimento e nel proseguo dell’istruttoria verranno ascoltati testi e imputato prima della sentenza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico