Pesaro, stangata ai tifosi della Vis: multa da 167 euro a chi sta in piedi

Pesaro, stangata ai tifosi della Vis: multa da 167 euro a chi sta in piedi
PESARO - «Vietato alzarsi». Un diktat, quello imposto dalla Questura mercoledì allo stadio Benelli che ha fatto rumore. E che soprattutto stride con la politica...

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PESARO - «Vietato alzarsi». Un diktat, quello imposto dalla Questura mercoledì allo stadio Benelli che ha fatto rumore. E che soprattutto stride con la politica della Vis Pesaro, intesa come società, che da anni ha intrapreso un’azione tesa ad avvicinare attori e spettatori, facendo abbattere le barriere del settore Prato già nel 2014. Quel settore Prato che nella gara di Santo Stefano contro la Giana Erminio è rimasto desolatamente vuoto - o giù di lì - per la protesta ultras improvvisata non appena gli steward hanno comunicato l’invito della polizia a rimanere seduti ai propri posti, pena una multa da 167 euro che in caso di recidiva potrebbe portare a Daspo, il Divieto di accesso alle manifestazioni sportive.

Va detto che rimanere al proprio posto è cosa che andrebbe fatta in ogni stadio italiano per permettere alle forze dell’ordine di identificare qualsiasi spettatore che, a livello professionistico, deve fornire le proprie generalità per acquistare biglietti che sono tutti nominativi. Navigando sul Web si trova un precedente di 5 ultrà sanzionati per lo stesso motivo, nella fattispecie a Roma, dove l’attuale questore di Pesaro Adriano Lauro lavorava a stretto contatto con l’allora prefetto capitolino Franco Gabrielli, colui che fece mettere le barriere nelle curve dell’Olimpico. Però, nei fatti, non succede in nessuna arena pallonara d’Italia che venga imposto di rimanere ai propri posti ai gruppi del tifo organizzato che assistono alle partite in piedi intonando cori a squarciagola dal primo al 90’. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico