In un giorno 150 telefonate per "farsi sottomettere", ma lei non c'entra niente col sado-maso: a processo per stalking

Le invia 150 messaggi per "farsi sottomettere", ma lei non c'entra niente col sado-maso: a processo per stalking
VALLEFOGLIA - Fino a 150 telefonate in un giorno per chiederle di essere sottomesso e dominato nel più puro stile fetish e sado-maso. Peccato che lei fosse una mamma...

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VALLEFOGLIA - Fino a 150 telefonate in un giorno per chiederle di essere sottomesso e dominato nel più puro stile fetish e sado-maso. Peccato che lei fosse una mamma completamente ignara di fruste, completini in latex e tacchi a stiletto. E così il colossale quanto imbarazzante equivoco di base è finito in una denuncia e in successivo processo che si è aperto in tribunale.

 

Protagonista e vittima è una pesarese sulla quarantina vessata da un uomo di fuori provincia, del Nord Italia, convinto che lei fosse una sorta di mistress e per questo ha iniziato a tempestarla di richieste per un incontro a luci rosse dove lui sarebbe stato il suo schiavo. I due non si conoscevano, lui non si sa come abbia trovato il numero della donna che non c’entra nulla con un certo mondo hard. Eppure il suo cellulare è finito chissà come in mano all’uomo e una volta inserito in rubrica ecco le chiamate e i messaggi. Venti giorni infernali con punte di oltre 150 contatti telefonici in un giorno. Richieste pressanti e sempre più allusive. Messaggi continui e insistenti come: «Ti prego, legami al guinzaglio, obbedirò ai tuoi ordini». E ancora frasi del genere: «Obbligami a leccarti i piedi». Frasi spinte fino a chiederle: «Chiamami pedofilo». Lei ha denunciato tutto ai carabinieri di Vallefoglia. I tabulati e i messaggi parlavano chiaro e l’uomo è finito a giudizio per atti persecutori. Ieri l’ascolto della vittima davanti al giudice monocratico. Lui è difeso da Cristiana Nicolini. E l’uomo ha anche un amministratore di sostegno. Per conoscere il finale bisognerà attendere le prossime udienze.

 

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Corriere Adriatico