PESARO - Quell’appello gentile, porto con tono mite, per un antico reperto - un frammento raffigurante un giovane toro inghirlandato, ipotizzato di tempio greco in stile...
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Passo indietro. Il fregio, un frammento che il professore presume potesse essere parte di un tempio greco in stile dorico, forse risalente al VI secolo a.C, è stato trovato in via San Francesco nel dopoguerra e sempre secondo lo studioso retrodaterebbe la nascita di Pesaro, che le attuali fonti storiche datano fondata da una colonia romana nel 184 a.C. Il reperto per decenni in possesso della famiglia Bedosti non è mai stato inventariato. Ed è questo il nodo da cui si dipana la successiva storia. E’ stato offerto ai Musei Oliveriani, attraverso il professore Antonio Brancati, al Museo Diocesano e alla Galleria nazionale delle Marche, sezione litologica. Ma non è facile “accreditare” come buono un pezzo che ufficialmente non esiste. E non è solo un problema di attribuzione storica. Il professore Bedosti se n’è reso conto con la parata – a sorpresa ma forse nemmeno troppo - dei carabinieri. «Quel fregio non l’ho più rivisto – prosegue – e posso anche capire, anche se in fondo volevo smuovere un po’ le acque e suscitare interesse. Quello che mi spiace è che finisca rinchiuso da qualche parte e dimenticato. Nel verbale ho fatto mettere per iscritto che torni a Pesaro e sia destinato all’Oliveriana, come è sempre stato nelle mie intenzioni». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico