Gli insegnanti non vaccinati tornano a scuola ma non possono insegnare: «Quali compiti per loro? E i supplenti?»

Gli insegnanti non vaccinati tornano a scuola ma non possono insegnare: «Quali compiti per loro? E i supplenti?»
PESARO - «Rientro a scuola degli insegnanti non vaccinati, situazione controversa. E’ impossibile trovare una mansione che non sia a contatto con gli studenti, serve...

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PESARO - «Rientro a scuola degli insegnanti non vaccinati, situazione controversa. E’ impossibile trovare una mansione che non sia a contatto con gli studenti, serve un chiarimento del ministero». 

Il paradosso

A partire dal primo aprile potranno rientrare a scuola i docenti che non si sono vaccinati, ma con mansioni che non prevedano il contatto con gli studenti. Una situazione paradossale, di non facile applicazione, secondo il preside del Liceo Marconi Riccardo Rossini.

 

«Non abbiamo indicazioni certe, non sappiamo cosa dobbiamo fare con i supplenti di questi lavoratori. E’ probabile che ci troveremo con un docente supplente che resterà in classe e il docente titolare che rientrerà a fare cosa non si sa. Non deve stare a contatto con gli studenti, ma dentro la scuola è sostanzialmente impossibile, a meno che non gli faccia fare le pulizie quando gli studenti non ci sono. E’ una vicenda bizzarra, siamo comunque fiduciosi, attendiamo una circolare ministeriale che chiarisca le modalità. I numeri in ogni caso sono limitati, al Marconi parliamo di non più di 3 persone». Il 31 marzo, con la fine dello stato di emergenza, cambieranno anche le regole per la quarantena in ambito scolastico. Quale è la situazione oggi a scuola per quanto riguarda il Covid? 
Il controllo
«Sono stati 2 anni durissimi - continua Rossini - la situazione è migliorata, non tanto nel numero dei contagi, perchè ogni giorno abbiamo cinque-sei casi di nuove positività, ma perchè viene affrontata in maniera diversa. Non ci sono malati gravi, i ragazzi contraggono il Covid e si risolve tutto nel giro di 3-4 giorni. E spesso nemmeno i positivi vengono a galla, perchè i ragazzi non si fanno i tamponi, sapendo che Omicron a quell’età assomiglia ad un’influenza, aspettano a casa e dopo 4-5 giorni rientrano a scuola. Questo lo sospettiamo perchè in realtà in molte classi mancano diversi alunni, ma non abbiamo il numero corrispondente dei positivi comunicati. Ma siamo quasi a sistema, abbiamo già avviato i viaggi di istruzione». 


In base ai contenuti del decreto, nelle scuole elementare, media e superiore e nel sistema di istruzione e formazione professionale, in presenza di almeno quattro casi di positività tra gli alunni, le attività proseguono in presenza e per i docenti e gli studenti che abbiano superato i 6 anni di età è previsto l’utilizzo delle mascherine Ffp2 per 10 giorni dall’ultimo contatto con il positivo. In caso di comparsa di sintomi, bisogna fare un test antigenico o un test molecolare. Gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori e del sistema d’istruzione e formazione professionale, in isolamento per Covid possono seguire le lezioni in didattica digitale integrata su richiesta delle famiglie o dell’alunno maggiorenne accompagnata da specifica certificazione medica. La riammissione in classe con un test antigenico o molecolare negativo. 

 

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Corriere Adriatico