Ruba il capellino e chiede il "riscatto", ma il ragazzino denuncia e fa arrestare il baby bullo

Ruba il capellino e chiede il "riscatto", ma il ragazzino denuncia e fa arrestare il baby bullo
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PESARO - E’ la storia di un bulletto, di un cappello di marca e di una rapina che finisce con un arresto. Sono da poco passate le 16,30 di mercoledì quando un minorenne pesarese ha imboccato il sottopasso che da via Lamarca porta al San Decenzio. Qui ha incrociato un gruppo di ragazzi e uno di loro gli ha preso il cappellino dalla testa.

 

Il giovane chiede indietro il suo cappello, ma la risposta del bullo è stata: «No ora è mio, se lo rivuoi mi devi dare 5 euro». Il ragazzino non ne voleva sapere e ha continuato a chiedere il cappello finchè il bullo ha estratto un coltello chiedendo i soldi. Il minorenne, capito che non era aria, se n’è andato ma ha subito denunciato il fatto ai carabinieri che hanno iniziato le ricerche sulla base della accurata descrizione del giovane. Il ragazzino, una volta avvertito il padre, ha continuato a girare per la città finchè ha visto il gruppetto in zona stazione delle corriere. I carabinieri erano lì vicino e sono intervenuti facendo scendere dalla corriera il ragazzo. Si tratta di un foggiano di 20 anni origini albanesi residente a Urbino già noto per episodi di bullismo e violenza. E’ stato arrestato per rapina e tentata estorsione e portato in caserma dove ieri è stato interrogato dal pubblico ministero. Il 20enne nega ogni addebito e del cappellino nessuna traccia. A supporto delle accuse ci sono anche dei filmati di videosorveglianza della zona dove sono accaduti i fatti. Il giovane è stato rimesso in libertà in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Altro caso quello di una denuncia a piede libero per un bengalese di 19 anni per il reato di ricettazione. Verso le 22,30 di mercoledì in centro storico un minorenne di origini cinese veniva accompagnato dalla madre di un suo amico verso casa. Nel tragitto però ha visto la sua bici che era stata rubata il 5 ottobre in Piazzale Falcone e Borsellino. Si è avvicinato e ha notato i suoi adesivi ancora presenti sulla canna e sul manubrio. Il nuovo “proprietario” ha chiesto cosa volesse, ma la signora e il ragazzino hanno chiamato i carabinieri. Così i militari sono intervenuti ascoltando le due versioni. Il bengalese sosteneva di averla comprata per 30 euro da un altro straniero, ma il giovane ha estratto il telefono con le foto della sua bici. Una prova schiacciante, tanto che il bengalese è stato denunciato per ricettazione e il ragazzino è tornato in possesso della sua Mountain bike.

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Corriere Adriatico