PESARO - Se l’applicazione di Google maps, ideata per individuare l’area del nuovo ospedale unico, si potesse declinare alla voce “cultura”, tutte le...
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Siamo di fronte a un “rinascimento” del centro storico (dopo anni di letargo) che, ancora prima di cambiare vestito (lo farà con l’annunciato restyling d’autunno), grazie alla cultura, in tutte le sue forme, ha saputo intanto mutare anima e attrarre turisti e pesaresi. Non solo con kermesse “d’acchiappo” ma con un calendario denso, un circolo virtuoso che con la cultura ha tenuto aperti negozi, riempito locali e portato le persone a dire: «Dove si va stasera? A Pesaro, tanto qualcosa di interessante c’è sempre».
Sessanta diversi appuntamenti a luglio (con altrettanti previsti per agosto), considerando come singoli quelli caratterizzati da più serate come Popsophia o l’Angolo della Poesia, e senza aggiungere nella lista gli eventi di grande richiamo come quelli legati al colore e alla partecipazione popolare come Palio dei Bracieri, Frecce Tricolori e Coppa Davis. Così si sta compiendo il progetto di Pesaro, intesa come città dove geografia e assetto urbano si stanno progressivamente ridefinendo in base alla mappa dei luoghi della cultura che accolgono performance dal vivo.
«Tornare a Pesaro dopo 18 anni, dopo aver tastato per lavoro tante città e tanta provincia italiana, ricordarsi di una Pesaro spesso criticata ed etichettata come “morta”, e scoprire che è stato fatto un lavoro profondo, con possibilità di spazi, tempi e luoghi deputati, adatti, dove è germogliato un giardino culturale: è bellissimo» racconta Christian Ginepro, attore pesarese trapiantato da anni a Roma, prossimamente in tv con “Rocco Schiavone”, al fianco di Marco Giallini, e “Sirene” con Ornella Muti. «Pesaro - continua - si è spesso specchiata nella vivacità superficiale e glitterata romagnola. Spesso si pensava che oltre al Rof e al Festival del Nuovo Cinema altro non potesse attecchire. Invece no: questa estate ho scoperto un bellissimo orto culturale, non solo per i turisti ma anche e soprattutto per il cittadino marchigiano. Pesaro oggi non ha nulla da invidiare ad altre realtà italiane, credo che possa diventare un punto di riferimento. La gente dovrebbe venire qui dal nord Italia, dal centro, dai municipi romani e vedere come si fanno le cose in un contesto medio piccolo, dove pensi che la claustrofobia la faccia dal padrona e invece scopri che qualsiasi tipo di arte o impulso culturale è stato sviluppato. Da quello più popolare alla poesia, ridando vita a luoghi storici, cinema all’aperto, cortili che diventano scuole di teatro, spettacoli in piazza, mercatini, appuntamenti storico archeologici. Pesaro ha investito realmente sulla crescita culturale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico