Un tronco ostruisce il rio Ceniro, protesta a Novilara: «È lì da tre mesi e nessuno fa niente»

Un tronco ostruisce il rio Ceniro, protesta a Novilara: «È lì da tre mesi e nessuno fa niente»
PESARO - Un grosso tronco ostruisce da oltre tre mesi il rio Ceniro, nelle campagne a Novilara. Questa sorta di diga naturale preoccupa sia le famiglie sia le attività...

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PESARO - Un grosso tronco ostruisce da oltre tre mesi il rio Ceniro, nelle campagne a Novilara. Questa sorta di diga naturale preoccupa sia le famiglie sia le attività agricole nelle vicinanze e Angelo Ficcadenti, un operatore della zona, ha già segnalato il problema al Consorzio di bonifica, l’ente regionale che ha competenza sul corso d’acqua in questione. «La mia richiesta di intervento celere – spiega infatti Ficcadenti – risale al 24 maggio scorso ed è stata trasmessa con posta elettronica certificata, però finora nessuno si è fatto vedere da queste parti e nulla è cambiato nel frattempo». 

 


La paura


La paura dei residenti è che, dopo due mesi di caldo rovente, la fine dell’estate sia segnata da torrenziali rovesci d’acqua. E che cosa possa succedere in simili condizioni meteo, definite ancora anomale ma sempre più ricorrenti a causa dei cambiamenti climatici, lo ricordano le conseguenze provocate dall’ondata di maltempo risalente a metà del maggio scorso. Quella volta tracimò anche il rio Ceniro, in località Fenatacci. «Mezz’ora di pioggia in più e l’acqua sarebbe entrata anche all’interno delle abitazioni», afferma Ficcadenti. Il 16 maggio scorso il tronco cadde dunque sul fosso, ingombrandone l’alveo come un grosso tappo che minaccia di opporsi al normale deflusso dell’acqua piovana. Alle attuali condizioni il rischio di eventuali esondazioni appare di conseguenza ancora più elevato.


Il sollecito


«Ho sollecitato il Consorzio di bonifica anche telefonicamente – prosegue Ficcadenti – chiedendo se potessi togliere il tronco in autonomia, disponendo di mezzi agricoli idonei. La risposta è stata che un agronomo avrebbe dovuto visionare il tutto. Sono stato richiamato a distanza di circa un mese e ho saputo che il sopralluogo sarebbe stato effettuato nell’arco di pochi giorni. Purtroppo la situazione è ancora invariata, il tronco ingombra il letto del rio e da parte del Consorzio di bonifica nessuno si è ancora fatto vivo. Spero che non succedano altri eventi calamitosi eccezionali, perché le abitazioni, i capanni agricoli e le coltivazioni adiacenti potrebbero subire notevoli danni». Si tratterebbe in realtà di ulteriori danni, perché l’esondazione di maggio ha investito orti e capanni degli attrezzi nel raggio di 30 metri intorno al rio. «I fossi – conclude Ficcadenti – sono tutti ostruiti dalla vegetazione e le autorità dovrebbero imporre la loro pulizia ai frontisti, magari prevedendo tariffe agevolate. Il problema deve essere risolto». 
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Corriere Adriatico