Vendeva supercar che non possedeva, ma le caparre svanivano nel nulla: condannato truffatore

Vendeva supercar che non possedeva, ma le caparre svanivano nel nulla: condannato truffatore
PESARO - Le caparre per l’acquisto dell’auto, molto sostanziose, ma il mezzo non veniva consegnato. Ieri davanti al giudice monocratico è arrivata la condanna...

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PESARO - Le caparre per l’acquisto dell’auto, molto sostanziose, ma il mezzo non veniva consegnato. Ieri davanti al giudice monocratico è arrivata la condanna per M. C. 57 anni titolare di una concessionaria di auto a Montelabbate, per il reato di truffa.

 

Secondo l’accusa il venditore avrebbe più volte promesso delle auto. Il primo caso è quello di una Audi TT da 30 mila euro. Aveva detto al cliente che sarebbe arrivata dalla Germania a fronte di una caparra da 15mila euro, esattamente la metà della transazione pattuita. Ma dopo settimane il mezzo non era mai arrivato nonostante le rassicurazioni del titolare. Finchè il cliente ha esercitato il diritto di recesso chiedendo indietro la caparra. Ma i soldi erano spariti, e il povero cliente ha subito un danno patrimoniale non certo irrilevante. Poi un’altra vittima che in questo caso voleva acquistare una Bmw usata: il prezzo fissato per 5000 euro. Anche in questo caso, si è ripetuto il consolidato copione, l’auto era in Germania, in vendita su un sito, e il concessionario, acquisendo la fiducia del cliente, aveva garantito l’acquisto. Prima si è fatto consegnare l’intero importo, ma il cliente ha iniziato a dubitare quando ha visto che l’auto era ancora disponibile all’acquisto sul sito. Così spazientito e preoccupato ha chiesto conto dell’accaduto. Dopo qualche tempo l’auto era arrivata, ma il concessionario non l’aveva immatricolata e alla fine non l’ha mai consegnata al cliente. Altro cliente altro pacco rifilato dal concessionario. Questa volta l’auto in questione era una Golf da 14 mila euro. La promessa era quella di consegnarla il mese successivo, a quello della trattativa, previa caparra di 2300 euro consegnata in contanti. Il tutto senza una ricevuta né documento di avvenuta consegna del denaro. Il mezzo non arrivava mai e a giustificazione aveva detto che in Germania c’era maltempo che causava il ritardo. Di qui una serie di scuse; dalla ruggine in una parte dell’auto con la richiesta quindi di cercarne una nuova. Ma il cliente rivoleva solo i soldi indietro. La promessa c’era ma i soldi non sono mai arrivati, tanto che avrebbe detto di aver sbagliato i dati del bonifico. Infine una Citroen C4 al prezzo di 14 mila euro con caparra da 5.600 euro. Anche in questo caso il rivenditore era tedesco, ma l’auto non era mai arrivata. Neppure la schermata del computer con il bonifico effettuato in Germania hanno potuto rassicurare il cliente. Ieri sono stati sentiti sei testi, vittime della truffa di cui è accusato il titolare. L’imputato era difeso da Alessandro Pagnini. Il pm ha chiesto un anno mentre il giudice l’ha condannato a 1 anno e 6 di reclusione e 600 euro di multa.

 

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Corriere Adriatico