Favori fiscali in cambio di assunzioni: patteggia l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, altri 6 rinviati a giudizio

Favori fiscali in cambio di assunzioni: patteggia l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, altri 6 rinviati a giudizio
PESARO - L’assunzione della compagna, della figlia e della nipote in cambio di un abbattimento delle tasse o conciliazioni su debiti. Favori e promesse, condannato...

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PESARO - L’assunzione della compagna, della figlia e della nipote in cambio di un abbattimento delle tasse o conciliazioni su debiti. Favori e promesse, condannato l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro Elio Borrelli. Rinviate a giudizio altre 6 persone per il reato di induzione indebita e promesse di utilità. 

 

La reggenza

L’indagine della Guardia di Finanza riguardava il breve periodo di reggenza dell’Ufficio pesarese concluso nell’anno 2017 con l’arresto dello stesso per fatti analoghi, commessi nel precedente incarico in provincia di Venezia. In quel troncone di inchiesta Borrelli aveva patteggiato a 2 anni con la confisca di 50 mila euro e l’ammenda di 17.500 euro. In quella inchiesta avrebbe ricevuto tangenti per un totale di 140mila euro, per alleggerire fino all’80 per cento le imposte dovute da tre società edili della provincia di Venezia. Anche nei pochi mesi in cui è rimasto a Pesaro, la Guardia di finanza avrebbe scoperto un giro di favori illeciti. Secondo l’accusa, il dirigente, appena giunto dalla sede di Pesaro, si sarebbe prodigato nel tessere rapporti con autorità locali, professionisti e imprenditori del territorio, adottando modalità confidenziali e finalizzate ad ottenere favori personali.
L’attività di indagine si è concentrata su alcuni episodi inerenti agli accertamenti fiscali in corso, ritenuti “critici” poiché risultavano conclusi mediante un notevole abbattimento di base imponibile, risparmio di imposte e sanzioni in danno all’Erario. In concomitanza o comunque nella fase di definizione degli accertamenti individuati, l’ex Direttore avrebbe sempre avanzato richieste di carattere personale agli imprenditori e/o ai loro consulenti. Un reato che si distingue dalla concussione in quanto il pubblico funzionario esercita una pressione morale “lieve” sulla libertà di scelta del destinatario, allettato dalla prospettiva di un profitto personale futuro o attuale. 
Le richieste dell’ex Direttore si sono concretizzate, prevalentemente, nel far ottenere o promettere assunzioni lavorative – molte delle quali concluse con l’ottenimento del posto di lavoro o del contratto di collaborazione - alla figlia, alla compagna e al nipote di quest’ultima, garantendo forti abbattimenti di base imponibile o di imposta, con la redazione di atti illegittimi di conciliazione e/o la creazione di rapporti privilegiati di confidenza e amicizia, lasciando intendere prospettive di futuri favori e utilità. Sono stati quindi rinviati a giudizio imprenditori pesaresi, campani e veneti che avrebbero soddisfatto le richieste, tutti con evidenti interessi a procurarsi rapporti privilegiati con un così alto funzionario, dalle molteplici e spesso prestigiose conoscenze in varie zone di Italia. 

La sottrazione

Il tutto senza il coinvolgimento di altri funzionari dell’Agenzia. Al termine della complessiva attività investigativa è stato possibile quantificare che le condotte degli indagati hanno generato una sottrazione di circa 1,2 milioni di euro di base imponibile dagli accertamenti fiscali e di 480.000 euro tra imposte, sanzioni e interessi alle Casse dello Stato. Ieri mattina il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi. Borrelli ora dovrà scontare la pena con lavori socialmente utili.

 

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Corriere Adriatico