Pesaro, Avances sessuali a un 14enne: la vittima rifiuta il confronto, giudizio abbreviato per il coach

Pesaro, Avances sessuali a un 14enne: la vittima rifiuta il confronto, giudizio abbreviato per il coach
PESARO - La vittima non accetta il confronto. Si andrà al giudizio abbreviato con sentenza prevista per il mese di giugno. Davanti al Gup del Tribunale di...

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PESARO - La vittima non accetta il confronto. Si andrà al giudizio abbreviato con sentenza prevista per il mese di giugno. Davanti al Gup del Tribunale di Pesaro ieri il caso di un ex coach di 28 anni accusato di aver rivolto a un ragazzino minorenne avances via social e proposte proibite utilizzando il telefonino cellulare.

 

I fatti

Ma non solo ci sarebbe stato poi un presunto giro in macchina in compagnia del coach per le campagne intorno alla città. Un’inchiesta che prende le mosse da un 14enne all’epoca dei fatti, vittima di quei presunti abusi.

Il ragazzino a febbraio era stato ascoltato nel corso di un incidente probatorio e aveva confermato le accuse che aveva in precedenza riferito ai suoi genitori. I contatti, secondo quanto emerso nel corso dell’indagine, sarebbero stati soprattutto via telefonino. Videochiamate con richieste sessualmente esplicite rivolte al ragazzino, ma sempre attraverso lo schermo e mai di persona. Poi si è parlato di gita in campagna sull’auto dell’allenatore. Ma non è certo se quel giorno ci sia stato o meno un contatto fisico tra l’adulto e il ragazzino. L’auto infatti si sarebbe impantanata e le eventuali intenzioni a sfondo sessuale del 28enne sarebbero state forzatamente interrotte da quell’incidente accuduto lugo la stra e che ha costretto il coach a chiedere aiuto per liberare la vettura.

La difesa

A difendere l’ex allenatore è l’avvocato Gian Piero Colosimo del foro di Rimini che ha avanzato davanti al Gup la richiesta di ammissione di una giustizia riparativa. Si tratta di un nuovo istituto previsto dalla riforma Cartabia che prevede il confronto tra l’imputato e la vittima che si svolge alla presenza della figura di un mediatore. Il ragazzino non ha accettato l’idea di sostenere il confronto, forse per l’imbarazzo e la paura di rivedere quella persona, e ha detto no così ora, come prevede la norma, si procederà con un giudizio abbreviato.

Il precedente

Il giovane mister risulta aver già riportato una condanna per le accuse di adescamento di minori, minacce e detenzione di materiale pedopornografico. Questa prima vicenda risale al 2013. In quel caso la vittima, un ragazzino, sarebbe stata convinta, anche dietro minaccia, a girare dei video in cui si toccava nelle parti intime. Per quel caso, l'ex mister aveva patteggiato la pena a 6 mesi e 20 giorni di reclusione.

 

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Corriere Adriatico