Pesaro, minaccia di morte il commesso che sfama i gatti randagi: condannato per stalking

Pesaro, minaccia di morte il commesso che sfama i gatti randagi: condannato per stalking
PESARO - Quei gatti a passeggio nel suo terreno proprio non li poteva sopportare e figurarsi colui che regolarmente li sfamava.  ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PESARO - Quei gatti a passeggio nel suo terreno proprio non li poteva sopportare e figurarsi colui che regolarmente li sfamava. 

 

Accusato di aver perseguitato chi si occupava di dar da mangiare ai gatti della colonia felina, ieri la sentenza. Il caso riguarda un 63enne che risiede nella prima periferia di Pesaro accusato di stalking nei confronti di un addetto all’alimentari di un supermercato della zona. Quest’ultimo era delegato Enpa (Ente protezione animali) per la cura e la nutrizione della colonia felina autorizzata che si trovava nella zona. Cosa non gradita dall’imputato in quanto i felini si intrufolavano nel suo terreno adibito a coltivazione, a volte danneggiando il raccolto. L’uomo ieri è stato giudicato con rito abbreviato davanti al Gup. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe messo in atto pedinamenti, appostamenti e minacce di morte. 

Inseguito con la mazza da muratore


Sarebbe addirittura arrivato a inseguirlo con una mazza muratore. Tra le minacce: «Ti prendo sotto con la macchina, ti sparo». E ancora: «Ti rompo la macchina, ancora non sei morto». Infine: «Smettila di dar da mangiare ai gatti altrimenti ti spacco la faccia, ti spacco l’auto e se non ti basta ti sparo una schioppettata». Motivo per cui i carabinieri erano intervenuti per sequestrare le armi che aveva in casa, quattro fucili regolarmente detenuti. A cui avrebbe detto: «Prendete i fucili, tanto lo ammazzo lo stesso». Per lui era scattato anche un divieto di avvicinamento mentre la persona offesa aveva cambiato le abitudini di vita modificando i percorsi, guardandosi le spalle e cercando di uscire solo in auto. Misura in seguito aggravata con gli arresti domiciliari. Ieri il giudice lo ha condannato a 1 anno di reclusione.

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico