Le bollette da capogiro fanno scoprire la serra di marijuana nel capannone abbandonato: patteggiano in due

Le bollette da capogiro fanno scoprire la serra di marijuana nel capannone abbandonato: patteggiano in due
PESARO - Tutto l’occorrente per produrre marijuana in un capannone a Villa Fastiggi, apparentemente abbandonato. Nel congelatore quasi 5 kg di sostanza stupefacente e una...

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PESARO - Tutto l’occorrente per produrre marijuana in un capannone a Villa Fastiggi, apparentemente abbandonato. Nel congelatore quasi 5 kg di sostanza stupefacente e una bolletta da ben 91mila euro di energia elettrica che veniva consumata tramite un allaccio abusivo. Patteggiano i due giovani accusati della produzione di stupefacente e ne viene prosciolto un terzo.

 

I fatti

Il fatto risale a due anni fa, al luglio del 2020, quando i carabinieri del nucleo investigativo e del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Pesaro, avevano arrestato un giovane di origine palermitana, oggi 27enne, operaio incensurato, da diversi anni residente in città. Il giovane, noto ai carabinieri, era tenuto sotto osservazione ed era stato notato aggirarsi nella zona industriale di Villa Fastiggi, tra alcuni capannoni in disuso, con un atteggiamento sospetto. Qui si intratteneva per diverso tempo al giorno. All’esterno erano stati visti anomali allacci elettrici abusivi. I carabinieri fecero irruzione e videro che il capannone era stato riconvertito a sito di produzione industriale di marijuana. All’interno, in un ambiente di circa 150 metri quadri, era stata realizzata una coltivazione intensiva di cannabis indica, la cui crescita e maturazione poteva essere tanto veloce quanto rigogliosa grazie ad uno speciale, sebbene artigianale, sistema di illuminazione, ventilazione, climatizzazione, irrigazione e riscaldamento, molto ben congegnato per creare nell’ambiente un microclima efficace. Il tutto con un allaccio abusivo. In altri 350 metri complessivi, c’erano 300 rigogliose piante di cannabis indica, che crescevano singolarmente in vasi. Le piante, di varia grandezza, avevano raggiunto stadi di crescita fino a 1,5 mt circa. All’interno di un congelatore, due sacchi di infiorescenze già essiccate, di marijuana, pronte alla commercializzazione, per un peso complessivo di 4,9 kg; oltre a materiale vario per la cura, crescita, confezionamento dello stupefacente e persino gadget e materiale pubblicitario di siti di vendita di semenze. L’indagine era proseguita e oltre al 25enne, è finito a processo anche un 35enne già noto alle forze dell’ordine. All’interno del capannone erano state trovate delle scatole con la sua intestazione.

I corrieri

In pratica i corrieri gli avevano portato gran parte delle luci e impianti per ottenere l’ambiente adatto per la coltivazione della marijuana. Così è finito nell’inchiesta, assieme a un terzo giovane, visto arrivare con lo scooter. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Francesco Coli, è stato prosciolto. Il 25enne, difeso da Marco Defendini, ha patteggiato a 1 anno e 10 mesi con pena sospesa. Il 35enne invece, difeso da Federico Bertuccioli, a 2 anni.
 

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Corriere Adriatico