Assunzioni in cambio di favori fiscali: dopo l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate a processo anche i manager

Assunzioni in cambio di favori fiscali: dopo l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate a processo anche i manager
PESARO - Iniziato il processo a carico di 6 persone, tra imprenditori, manager e direttori d’azienda, per il reato di induzione indebita e promesse di utilità. Tutto...

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PESARO - Iniziato il processo a carico di 6 persone, tra imprenditori, manager e direttori d’azienda, per il reato di induzione indebita e promesse di utilità. Tutto fa capo al caso di Elio Borrelli l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro. Quando era direttore a Venezia aveva patteggiato a 2 anni perché accusato di aver ricevuto 140mila euro, per alleggerire fino all’80% le imposte dovute da tre società edili della provincia di Venezia. I fatti si erano ripetuti in maniera simile anche a Pesaro e Borrelli ha patteggiato a giugno 1 anno e 10 mesi.

 

Ma l’indagine della Guardia di Finanza ha portato davanti al collegio del tribunale di Pesaro ieri mattina altri 6 imputati. Anche nei pochi mesi in cui è rimasto a Pesaro, la Guardia di finanza avrebbe scoperto un giro di favori illeciti.

L’indagine

L’attività di indagine si è concentrata su alcuni episodi inerenti agli accertamenti fiscali in corso, ritenuti “critici” poiché risultavano conclusi mediante un notevole abbattimento di base imponibile, risparmio di imposte e sanzioni in danno all’Erario. In concomitanza o comunque nella fase di definizione degli accertamenti individuati, l’ex direttore avrebbe sempre avanzato richieste di carattere personale agli imprenditori e/o ai loro consulenti come l’assunzione della figlia, compagna e nipote di quest’ultima, garantendo forti abbattimenti di base imponibile o di imposta. Sono stati quindi rinviati a giudizio imprenditori pesaresi, campani e veneti che avrebbero soddisfatto le richieste. Tra questi anche il dirigente di un’azienda del Pesarese che avrebbe assunto una persona proposta da Borrelli. L’avvocato Paolo Biancofiore ha sollevato delle eccezioni rispetto all’indeterminatezza del capo di imputazione dato che non verrebbe rilevata la cifra dei ricorsi tributari pendenti dell’azienda. Eccezioni respinte. La donna fu assunta per uno specifico progetto su dei fondi europei. Durò poco perché la Russia iniziò la guerra dei dazi e tutto si chiuse in 6 mesi con un contratto da 4500 euro. Ma il direttore era già sotto intercettazione e il fatto è finito nel faldone. Secondo l’inchiesta le condotte degli indagati avrebbero generato una sottrazione di circa 1,2 milioni di base imponibile dagli accertamenti fiscali e di 480.000 euro tra imposte, sanzioni e interessi alle Casse dello Stato. 

 

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Corriere Adriatico