Non è soddisfatto della prestazione: nel cuore della notte chiama la polizia per riavere i soldi dal trans

Non è soddisfatto della prestazione: nel cuore della notte chiama la polizia per riavere i soldi dal trans
PESARO - Il cliente non è soddisfatto e chiede il rimborso arrivando a chiamare la polizia. Ma questo non è il caso di un diritto di recesso come da norma di legge...

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PESARO - Il cliente non è soddisfatto e chiede il rimborso arrivando a chiamare la polizia. Ma questo non è il caso di un diritto di recesso come da norma di legge da chiedere entro i 14 giorni dall’acquisto del prodotto. Siamo in tutt’altro campo, quello di una prestazione sessuale, e persino gli agenti di polizia sono rimasti sorpresi dalla chiamata. In piena notte un uomo ha fatto squillare il 112 per richiedere un intervento.

 

Il motivo? L’interlocutore era appena stato in una abitazione per consumare un rapporto sessuale con un transessuale. Lui l’aveva contattato, hanno stabilito un prezzo, l’orario e il luogo dell’incontro. Tutto apparentemente a posto. Ma la prestazione non era andata benissimo, qualcosa non aveva funzionato. Tanto è bastato per piantare una grana e iniziare a litigare con il transessuale. «Mi devi restituire i soldi che ti ho dato, non sono soddisfatto». Niente orgasmo, quindi niente compenso. Rivoleva i soldi indietro. Di qui un battibecco in cui i toni si sono alzati non poco in piena notte. Finchè il cliente, stanco del suo partner occasionale e a pagamento, ha chiamato il 112. Sul posto è intervenuta la volante della polizia. Ma all’arrivo degli agenti il cliente se ne era già andato e nell’appartamento era rimasto solo il transessuale. Che ha aperto ai poliziotti e spiegato quanto accaduto. In questi casi non si procede d’ufficio perché non ci sono lesioni o altro. Il cliente potrebbe rivalersi con una denuncia ma la lite al momento è finita lì e non sarà facile capire se ci saranno strascichi. Del resto il cliente se n’è andato anche per evitare un contatto con i poliziotti, forse per pudore. Storie da sottobosco, ma che ogni tanto affiorano nelle pieghe degli interventi delle forze dell’ordine. Basti pensare che una coppia è finita davanti al giudice di pace perché lei non era soddisfatta del numero di prestazioni sessuali del suo compagno. E di fronte a un rifiuto di lui, l’ha percosso e graffiato. Altro caso quello di una escort arresta per tentata estorsione assieme ai due protettori. Si erano accordati per 50 euro, ma poi lei varcate le porte di casa, ha cambiato le carte in tavola pretendendo la cifra di 300 euro. Il cliente non ha voluto dare di più di quanto deciso. Ma la escort ha iniziato a minacciarlo dicendo che lo avrebbe denunciato perché lui l’aveva violentata. Lei aveva chiamato i protettori che hanno iniziato a minacciare il cliente fino all’arrivo della volante.

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Corriere Adriatico