PESARO - Due casi di bullismo squarciano il velo sul fenomeno. Ben presente, purtroppo, anche a Pesaro. Mani addosso. Insulti....
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Mani addosso. Insulti. Cattiveria pura, puntuale, cieca racchiusa in mani e viso di bambina. Succede a Pesaro. Una bimba appena uscita dal mondo dell’infanzia, che bullizza senza pietà una compagna di scuola. Un vero e proprio “bullo leader” che, all’interno dell’autobus, nella tratta che riporta a casa gli studenti delle scuole medie, ogni giorno prende di mira, sistematicamente, una coetanea per i suoi difetti fisici. Insulti e derisioni a getto continuo. Agli attacchi verbali si sono via via susseguite forme di violenza sempre più estreme. Erano diventate così frequenti da spingere la madre della vittima a chiedere al dirigente scolastico di intervenire. Il preside, nonostante i fatti si verificassero sempre al di fuori dell’istituto frequentato dalle due ragazzine, si è subito interposto per stroncare la situazione e capirne le origini.
Il secondo caso riguarda un ragazzo costantemente preso in giro dai compagni di classe per il suo presunto orientamento sessuale. Uno stillicidio senza protezioni né confini: in classe, nel quartiere e sui social. Il fatto si è verificato in un comune della nostra provincia. Nel mirino è finito un ragazzino della scuola secondaria. Su Whatsapp i compagni avevano creato una serie di gruppi dedicati dove le offese, alimentate da un circolo vizioso, non risparmiavano neppure i suoi genitori. Il ragazzino, forse come reazione, ha anche iniziato a fumare alimentando ulteriori vessazioni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico