Pesaro, al porto sbarca il lusso Ecco la "beauty farm" per gli yacht

Pesaro, al porto sbarca il lusso Ecco la "beauty farm" per gli yacht
PESARO - Rendere Pesaro, di qui al 2018, meta portuale per i grandi yacht, inglobando e sviluppando anche un certo indotto di nicchia. La strategia è chiara e il progetto...

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PESARO - Rendere Pesaro, di qui al 2018, meta portuale per i grandi yacht, inglobando e sviluppando anche un certo indotto di nicchia. La strategia è chiara e il progetto è ambizioso. Il cantiere navale Rossini, investe 15 milioni di euro per il progetto definitivo di ristrutturazione e adeguamento dell’area. Un anno di incubazione del progetto, che cambierà tutta la zona, affidato ad architetti e ingegneri di Treviso, guidati dal project manager Luca Milanesi, con l’apporto e la supervisione dell’ingegnere pesarese Renato Morsiani. A parlare di futuro e cronoprogramma è il direttore generale del cantiere Alfonso Postorino con l’inglese Stewart Parvin, uno dei finanziatori della compagine societaria.

Il disegno è d’impatto visivo: 20 mila metri quadri è l’area d’intervento di cui 15 mila, saranno dedicati al refitting di imbarcazioni di lusso. Architrave che dà corpo a tutto ciò che il cantiere Rossini ha in mente di fare, sarà il travel lift, costituito da due braccia meccaniche con una propensione verso il mare di 30 metri e 16 ruote. L’innovativo strumento sarà installato a fine 2017.
«Già dal prossimo ottobre/novembre – arriveranno i primi yacht di grandi dimensioni – annuncia in lingua inglese mister Parvin, con a fianco il direttore Postorino come interprete – i lavori di ristrutturazione dovrebbero essere completati per l’inizio 2018. Quando il cantiere lavorerà a pieno regime, dal 2018 in avanti, potremo avere, ognuno con proprie specificità, trattandosi anche di personale specializzato che dovrà quindi avere competenze tecnologiche di livello, oltre 100 addetti. Ad oggi però è difficile fornire numeri su forza lavoro e modalità di impiego».

Il futuro: il sindaco lancia l’idea, ma il cantiere ci aveva già pensato. L’area di fronte la banchina del cantiere, quella del rudere dell’ex Consorzio, potrebbe in futuro essere acquisita o comunque rinascere proprio grazie all’espansione dell’attività cantieristica. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico