PESARO. Riapre la Statale, ancora 15 giorni di stop in via La Marca. «Persa occasione storica per eliminare il semaforo e creare le due corsie» dicono gli...
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Non è finita però perchè continuano i lavori - iniziati il 4 maggio - sugli spazi pedonali laterali, inoltre la sottostante via La Marca resta chiusa al traffico per altre due settimane. Poi, come fa sapere l’assessore ai Lavori pubblici Enzo Belloni che ieri pomeriggio ha documentato sui social la riapertura del cavalcavia di viale della Vittoria al traffico, via La Marca verrà riaperta con i flussi precedenti, cioè senso unico alternato regolato con semaforo. Proprio sulla viabilità nella parte sotto il ponte, interviene Gruppo Zero: «Con l’intervento appena compiuto, si è persa un’occasione storica per correggere le lacune native, ampliando il sottopasso e quindi realizzando una piattaforma stradale dotata di due sensi di marcia con relativi percorsi ciclo-pedonali. Operazione che avrebbe reso la viabilità più sicura, nonché più fluida grazie all’eliminazione del semaforo».
Quali lacune native? «Il cavalcaferrovia nasce circa settanta anni fa, con un progetto incerto e incompiuto che ha completamente ignorato le implicazioni sulla viabilità a terra». Sui lavori appena conclusi, Gruppo Zero sostiene che «l’apertura poteva essere sensibilmente anticipata qualora si fosse utilizzato il periodo del lockdown in maniera opportuna. Ma il tema del ritardo rappresenta ormai un argomento logoro, ragione per la quale riteniamo molto più interessante valutare la fretta con la quale sono state compiute le ultime opere e gli ultimi adempimenti di quel tratto di ponte».
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“Go” rivolge al Comune di Pesaro alcuni quesiti tecnici: «Come è stato possibile aver effettuato le prove di carico della struttura ad appena 4-5 giorni dal getto di completamento del solaio, quando le norme indicano che I materiali degli elementi sottoposti a collaudo devono aver raggiunto le resistenze previste per il loro funzionamento in esercizio? Resistenze che il calcestruzzo raggiunge dopo 28 giorni di maturazione. I pannelli in calcestruzzo che rivestono i setti di sostegno dell’impalcato hanno funzione strutturale?». Al Gruppo la storia del ponte di via La Marca «non fornisce solo perplessità tecniche, ma anche alcune certezze inconfutabili: «L’intervento realizzato riguarda solamente un tratto del cavalcaferrovia, ragione per la quale la percezione diffusa di aver posto il ponte in sicurezza risulta completamente fuorviante».
«Le perizie tecniche svolte da studi specializzati - conclude il Gruppo Zero - hanno evidenziato la fondatezza dei timori manifestati. Da qui la necessità di svolgere le opere in fretta e senza alcun coordinamento con le Ferrovie dello Stato. Una sinergia che avrebbe permesso di programmare l’integrale rifacimento del ponte, ottimizzando tempi, funzionalità e costi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico