«Al Centro per l’impiego siringhe, immondizia ed erbacce». Il responsabile filma il degrado e chiede decoro

Il centro per l'impiego di Pesaro
PESARO - Ha preso il telefonino cominciando a riprendere un po’ di magagne qua e là: le siringhe consunte e abusate disseminate un po’ dappertutto,...

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PESARO - Ha preso il telefonino cominciando a riprendere un po’ di magagne qua e là: le siringhe consunte e abusate disseminate un po’ dappertutto, l’immondizia a raggiera, il verde incolto e trascurato in quell’angolo tra Luca della Robbia e via Bertozzini dove si erge il colosso acciaccato dell’ex carcere minorile che ingloba il Centro per l’impiego e confina con i campetti sportivi.

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Quattro brevi filmati su ordinarie scene di degrado che sono state postati con un commento tra l’arrabbiato e lo scorato. A uno sguardo distratto il video di uno dei tanti pesaresi delusi e indignati per l’incuria cittadina e che lancia la sua protesta nello stagno delle segnalazioni social, se non fosse che l’autore, è il direttore Claudio Andreani, responsabile del Centro l’impiego.


Il messaggio
«Una provocazione - spiega - alla fine il Centro lo sento un po’ come casa e non è bello vedere che la casa che ti accoglie venga così pesantemente trascurata, anche perchè è un luogo per la ricerca di un lavoro, si va e e si viene. Pur con le restrizioni d’obbligo è frequentato. Ed è un peccato che vedano come è tenuto il tutto. Anzi, come non viene tenuto». Come non viene tenuto è nelle sue riprese: sul lato di via Luca della Robbia ci sono le aiuole dove l’erba prospera, poi basta girare un po’ attorno allo stabile, accedere alle parti più nascoste per andare a facile caccia di siringhe tra gli scarti dei bivacchi.

«Gira gente strana - aggiunge - a qualsiasi ora. E per clemenza ho evitato di pubblicare foto dell’interno: del cortile, degli infissi, degli intonaci che si sbriciolano per l’umidità, delle scale spaccate per l’assurdo abbinamento della pietra con il ferro». Anche il quartiere centro più volte nel tempo ha segnalato il degrado della zona, compresi diversi residenti del complesso Madonna degli Angeli e dei condomini vicini. L’anno scorso Comune e Uisp hanno stretto un accordo per la gestione degli attigui campi sportivi: un modo per cercare di valorizzare l’area, stimolando l’aggregazione tra i ragazzi. Ma l’incuria è resiliente.

«Una premessa - prosegue Andreani - sto parlando soprattutto come cittadino a cui sta a cuore la cosa pubblica e il bene pubblico. Non voglio alcuna strumentalizzazione, soprattutto politica. Ma se sono arrivato a postare un video perchè spero che qualcosa si muova, vuol dire che in precedenza altri appelli sono caduti nel vuoto. Ci sono tre enti locali che gravitano attorno alla sede del Centro per l’impiego, la Regione Marche, la Provincia e il Comune. La gestione e la ripartizione delle competenze è un po’ complessa, ma alla fine si chiede solo di ritrovare quell’attitudine al decoro che sta alla base del senso civico. Diciamocelo, frequentare il Centro per l’impiego e vedere un simile spettacolo di sciatteria istituzionale è un pessimo biglietto da visita. Gestione pessima degli spazi e degli edifici, sporcizia, erbaccia, ritrovo di drogati e forse spaccio, cagatoio, e mi scusi il francesismo per cani e umani. Nessuno intervento, manutenzione zero. Nel tempo con la signora Molaroni del laboratorio di fronte, avevamo cercato di curare le aiuole, di abbellirle con delle rose, ma sono a un passo dalla resa». 


Obiettivi 


Nel futuro dell’ex carcere minorile c’è la volontà di Comune e Provincia di intervenire per recuperare il complesso e farne una scuola di istruzione superiore destinata alle arti e alla creatività, lo stesso sindaco Matteo Ricci ne ha annunciato gli obiettivi da perseguire appena una settimana fa. Ma sono sviluppi in divenire, Andreani si concentra più semplicemente sul basico presente, che tradotto significa una manutenzione più o meno urgente e qualche tocco per la sicurezza e la valorizzazione. «Penso una telecamera di videosorveglianza, qualche luce in più per illuminare le zone più buie, un robusto taglio all’erbacce... potrebbe essere un buon inizio. E poi un po’ di costanza nel proseguire. È triste vedere un luogo che poteva e doveva essere uno spazio a disposizione della città ridotto così». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico