PESARO - «Attualmente non sussiste alcuna istanza presentata e non sono state ancora rilasciate autorizzazioni alla perforazione dei pozzi previsti». Questo il regalo...
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Una risposta che impegna il ministero «a vigilare affinché le attività lavorative rispettino le vigenti norme di prevenzione infortuni e salute dei lavoratori, nonché le normative ambientali, quelle sulla sicurezza e salute dei luoghi di lavoro, come pure quelle in materia di sicurezza delle operazioni in mare» cita il testo.
«Liberiamo il campo dagli equivoci - chiarisce la deputata - e diciamo che il nostro è un mare chiuso che mal sopporterebbe un carico così pesante di inquinamento dovuto alle perforazioni. Un cantiere di perforazione profonda è per definizione un impianto altamente inquinante, infiliamocelo bene in testa e cerchiamo di guardare al futuro. Cop 21 non può e non deve restare una bella novella scritta sul libro dei sogni. L’Europa ed il mondo stanno andando in un’altra direzione, verso la riduzione dei consumi e verso la diminuzione dei combustibili fossili e noi non possiamo restare inermi o continuare con questa filosofia delle trivellazioni».
Rispetto alla nuova piattaforma “Bianca e Luisella” il Mise ha dunque chiarito che «soltanto a fronte di una successiva istanza della Società proponente Eni Spa, sarà attivato l’iter di autorizzazione alla perforazione dei pozzi previsti nel programma lavori, con il coinvolgimento delle Amministrazioni competenti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico