Pesaro, nega i soldi alla moglie durante la gravidanza ma scompare: prosciolto perchè irreperibile

Il tribunale di Pesaro
PESARO Niente soldi alla moglie durante la gravidanza, finisce a processo. Ma con la nuova legge Cartabia viene prosciolto perché irreperibile. Le forze dell’ordine...

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PESARO Niente soldi alla moglie durante la gravidanza, finisce a processo. Ma con la nuova legge Cartabia viene prosciolto perché irreperibile. Le forze dell’ordine però potranno continuare a cercarlo per 13 anni. E’ il caso di un 31enne marocchino accusato di maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

 


L’accusa

Secondo la querela presentata dalla moglie 29enne, lui l’avrebbe aggredita verbalmente con continui attacchi di collera e minacce. Ma soprattutto maltrattamenti che si sarebbero consumati da un punto di vista economico. Lei era incinta di 6 mesi, ma anziché utilizzare i soldi per le visite mediche e l’occorrenza, avrebbe spedito tutti i suoi guadagni lavorativi alla sua famiglia in Marocco, trascurando quindi la moglie e il suo futuro figlio. Le avrebbe anche impedito di uscire e vedere la madre senza il suo permesso. Momenti di rabbia anche se lei doveva recarsi in farmacia per prendere degli integratori necessari in gravidanza come il ferro. Ci sarebbero state anche due aggressioni fisiche in cui lui aveva spaccato diversi oggetti di casa. Poi di punto in bianco era sparito lasciando la donna e suo figlio nascituro in uno stato di abbandono economico. Di qui l’accusa di maltrattamenti e di mancato sostentamento del nucleo familiare. Da quel momento è sparito, un fantasma, non ha mai neppure conosciuto il figlioletto. 

La riforma

Ieri il caso è finito davanti al Gup di Pesaro e proprio per la sua irreperibilità, il giudice ha prosciolto l’uomo in base alle nuove regole della riforma Cartabia. Le ricerche però non si fermeranno: gli inquirenti avranno tempo fino al 2036 per rintracciarlo e non appena verrà trovato il processo ripartirà immediatamente. La donna si è costituita parte civile tramite l’avvocato Michele Mariella che ha chiesto 10 mila euro di risarcimento. 

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Corriere Adriatico