Multe per 4mila euro e una falsa delega: donna truffata ma non c’è un colpevole

Multe per 4mila euro e una falsa delega: donna truffata ma non c’è un colpevole
PESARO  - Multe per oltre 4000 euro. Ma la signora che ha ricevute le notifiche non sa di chi sia l’automobile in questione. Un intrigo con beffa perché ora...

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PESARO  - Multe per oltre 4000 euro. Ma la signora che ha ricevute le notifiche non sa di chi sia l’automobile in questione. Un intrigo con beffa perché ora potrebbe ritrovarsi a dover pagare quella pila di verbali. Proviamo ad andare in fila. La donna non capisce perché le sanzioni siano arrivate a lei. Un errore? Un caso di omonimia? Non proprio, perché fatti i dovuti accertamenti, la donna risulta la proprietaria del mezzo.

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Un cortocircuito che ha visto l’apertura di un’indagine per risalire a quanto accaduto. Secondo quanto emerso, ad iscrivere l’auto al Pra, sarebbe stato un impiegato di un’agenzia pratiche di Pesaro. Tutto fatto in base a una presunta delega della signora. Ma qui la trama si infittisce perché la donna non ha mai firmato nulla, tanto che la perizia calligrafica avrebbe escluso che la firma fosse della signora in questione. Chi gestisce agenzia pratiche auto avrebbe fatto il passaggio proprietà sulla base di una delega con autocertificazione. Così è finito a processo per falsità ideologica in atto pubblico.

Ieri mattina il giudice monocratico ha assolto l’imputato per insufficienza di prove. L’avvocatessa che tutela la donna, Chiara Dorsi, ha sollevato una serie di questioni. «Il responsabile non si è posto il problema di verificare la delega ricevuta per la trascrizione del passaggio di proprietà. E’ stato indotto in errore perché la mia assistita non era la proprietaria del mezzo, ha avuto una delega. E’ vero che l’autocertificazione non costituisce atto pubblico, ma non ci basta. 
 


A portargli la pratica è stato una persona vicina alla famiglia della donna. A questo punto noi non ci fermeremo perché la verità è venuta a galla e ci sono gli estremi per una nuova querela con un nuovo capo di imputazione, ovvero falsità ideologica in atti pubblici». Ma ora potrebbe arrivare la beffa Fino ad oggi la signora non ha pagato le multe adducendo come motivo che c’era in corso un procedimento. Ora con l’assoluzione rischia di dover pagare.

 

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Corriere Adriatico