Morirono in 3 nello schianto sulle Siligate: il giudice accoglie la richiesta di 2 perizie

Morirono in 3 nello schianto sulle Siligate: il giudice accoglie la richiesta di 2 perizie
PESARO  - Due perizie per far luce su due aspetti chiave dell’incidente del 9 giugno 2019 sulle Siligate, che è costato la via a Silvia Lucarelli, 33 anni e ai...

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PESARO  - Due perizie per far luce su due aspetti chiave dell’incidente del 9 giugno 2019 sulle Siligate, che è costato la via a Silvia Lucarelli, 33 anni e ai coniugi 60enni Roberto Carosio e Oriella Bonerba. Secondo l’indagine emerge che Silvia era alla guida e non Marco Orazietti, il 32enne, compagno della donna, indagato per triplice omicidio stradale colposo in concorso. 

 

Secondo l’accusa avrebbe cooperato nella determinazione dell’incidente. Mentre Silvia avrebbe condotto il veicolo in stato di alterazione psicofisica e per imperizia, negligenza e imprudenza avrebbe affrontato la curva a Colombarone dopo un sorpasso con la doppia striscia continua a 130 km/h, il 32enne avrebbe tirato il freno a mano mentre l’auto era lanciata. L’azionamento della leva avrebbe fatto sbandare la Mazda, facendola finire contro la Fiat Seicento in cui si trovavano Carosio e Bonerba, morti sul colpo. 
Dalle telecamere emerge che Silvia era alla guida e Orazietti sarebbe rimasto in un primo momento incastrato nel lato passeggeri. Appena uscito dalla macchina Orazietti avrebbe detto ai primi soccorritori che non era stato lui, che non stava guidando. 


Ieri l’udienza dal Gup con l’avvocato di Andrea Giorgiani che ha chiesto un rinvio per poter acquisire e depositare due perizie. «Parliamo di una perizia medica e una tecnica – spiega Giorgiani - Quest’ultima dovrebbe far capire come e se è stato azionato il freno a mano e gli eventuali effetti sulla dinamica dell’incidente. Nella perizia dell’accusa questa parte ha delle lacune e vogliamo chiarirne gli effetti. La seconda riguarda la testimonianza che il mio assistito avrebbe reso a due amiche di Silvia rispetto al fatto di aver tirato il freno a mano. Testimonianze chiavi che sono entrate nell’inchiesta. Ha sempre detto di non ricordare nulla di quanto accaduto, quindi vogliamo capire se poteva essere in grado di ricostruire i fatti appena uscito dall’ospedale. 


Abbiamo quindi bisogno di queste perizie per poter fare accertamenti e verificare eventuali errori nella tesi della procura. Il giudice ha accolto la nostra richiesta e l’udienza è stata rinviata al 26 gennaio. Poi decideremo se procedere eventualmente con un rito abbreviato condizionato o un eventuale dibattimento». Intanto l’avvocato Paolo Masetti, legale dei familiari di Silvia, ieri si è costituito parte civile nel processo senza opposizioni.

 

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Corriere Adriatico