PESARO - Aveva minacciato i genitori con una motosega. Richieste pressanti di avere soldi, fino all’escalation di violenza che ha portato al suo arresto. Ha...
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Il pesarese difeso dall’avvocato Paolo Gatticchi, con precedentialle spalle, durante l’interrogatorio di garanzia disse di avere in mano la motosega perché stava tagliando la legna e di non averla puntata contro i genitori. Anzi si disse stupito della denuncia fatta.
Ma quell’episodio non sarebbe stato un caso isolato in quella abitazione di Pantano. Tanto che il capo di imputazione per il 38enne è di tentata estorsione aggravata e maltrattamenti in famiglia aggravati. I genitori avrebbero sopportato per mesi le continue pretese economiche del figlio, oltre alle sue ripetute offese e umiliazioni. Quella sera non riuscì ad accendere la motosega, ma di fronte a quel gesto e alla tanta paura, i genitori hanno detto basta e chiesto aiuto alla Polizia. La minaccia, secondo le ricostruzioni, sarebbe stata: «Datemi i soldi o vi taglio in due». L’arnese era in un capanno accanto all’abitazione nel quartiere. Il motore si è inceppato nonostante i tentativi di accenderla e non accadde nulla per fortuna. Si era calmato, ma in serata, è arrivata la polizia che ha trovato i genitori terrorizzati, attoniti, sgomenti. Così sono scattate le manette ai polsi del figlio e il conseguente processo. Il gip aveva già convalidato l’arresto e il 38enne è ancora in carcere. Ieri il patteggiamento a 2 anni di reclusione davanti al gip. Resta in carcere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico