PESARO - Le parole che accompagnavano l’aggressione ai danni dei poliziotti non erano certo amichevoli: «Ti ammazzo, ti taglio dalla gola fino all’ombelico, ti...
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Porto Sant'Elpidio, cercano droga, trovano soldi e pistole: arrestata la moglie del detenuto
Pesaro, la detenuta aggredisce e picchia i sanitari e le guardie
Andiamo in ordine. A fine luglio il somalo si era presentato al corpo di guardia della Questura, in stato di ubriachezza, per segnalare il furto della sua bici. Ma erano passate le 20 e l’Ufficio denunce era chiuso. Per questo l’agente di turno in servizio ha spiegato all’uomo che occorreva ripassare il giorno dopo, tuttavia, se avesse fornito marca e modello della bici rubata, compresa la zona del furto, avrebbe diramato da subito le ricerche alla pattuglia in strada. La risposta non aveva affatto soddisfatto l’uomo che ha reagito in modo aggressivo, iniziando a urlare e a inveire contro l’agente minacciandolo e assalendolo fisicamente tanto che il poliziotto si era trovato nelle condizioni di chiedere i rinforzi.
Ne era nata una colluttazione violenta che ha costretto due agenti a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dove sono state loro refertate delle lesioni guaribili in una settimana. Nel frattempo l’immigrato era stato bloccato a portato in cella di sicurezza. Arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, fu condannato a 10 mesi. Ma l’uomo, richiedente asilo, non finì in carcere. Gli fu dato l’obbligo di firma in Questura, proprio davanti agli agenti che aveva aggredito. Finchè l’8 ottobre ne ha combinata un’altra. Si era presentato in Questura a firmare un po’ prima del previsto quindi gli era stato chiesto di tornare.
Il patteggiamento
Nel pomeriggio, intorno alle 15, i poliziotti hanno effettuato una serie di controlli antidroga nelle zone calde dello spaccio tra la stazione, il parco Miralfiore e il parco del monumento alla Resistenza. Proprio qui hanno trovato il somalo in compagnia di alcuni personaggi noti per faccende legate alla droga. Lui si è alterato per la loro presenza e li ha aggrediti nuovamente, tanto che un agente era finito al pronto soccorso. Il tutto accompagnato da minacce come: «Ti taglio la gola», «Ti faccio l’autopsia, non me ne frega un cacchio se sei poliziotto». Nuovamente arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, ieri il suo caso è tornato in aula. Il 34enne è stato difeso dalla avvocatessa Cristina Letizi che ha chiesto il patteggiamento. Il giudice Mussoni ha condannato il somalo a un anno di reclusione considerando anche la recidiva. Le pratiche per la richiesta di asilo politico verranno bloccate, anzi, è stato dato il nulla osta per l’espulsione dal territorio italiano. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico