Pesaro, Marco Rondina stupisce e ammalia. La prof: «Un fenomeno»

Marco Rondina
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PESARO Marco chiama, Maura risponde. E’ la storia – di stima, simpatia e affetto – di un giovane pesarese diventato l’eroe del giorno in rete e della sua ex professoressa di Lettere. Marco Rondina, 22 anni, rappresentante degli Studenti del Politecnico di Torino ha incantato tutti con il suo discorso all’apertura dell’anno accademico. In pratica, ha raccontato l’Università che vorrebbe, denunciando i problemi di quella attuale. Il tutto con ironia da consumato attore di teatro. E nelle interviste che ne sono seguite, ha parlato di Pesaro, della sua ex scuola superiore, il Bramante e della professoressa di Italiano, Maura Maioli appunto. «Marco è sempre stato una meraviglia», è l’incipit della prof, che è un fiume in piena. «Davvero ha fatto il mio nome? Non lo sapevo… Mi commuove molto. Marco è uno di quegli studenti che non si dimenticano, e io insegno da trent’anni…». L’iniziativa di Rondina non le è passata inosservata. «C’è stato un tam tam all’istituto e i miei studenti me l’hanno riferita, chiedendomi di lui. Mi sono precipitata a casa e ho guardato quello che aveva fatto. Sono d’accordo con la sua provocazione dalla prima all’ultima parola». Marco si distingueva dagli altri già da adolescente. «Era interessato alle cose del mondo, è uno di quelli che vorresti incontrare tutti i giorni – racconta Maura Maioli -. Vedi che elabora quello che dici, ha voglia di impegnarsi e fare politica anche nella vita quotidiana». Che studente era Marco? «Intanto è stato rappresentante di Istituto al Bramante e ha dato moltissimo alla scuola, anche più di quello che ha ricevuto. Come dovrebbe essere. Magari non era del tutto ligio al dovere ma era attento alle cose e molto intelligente, ha svolto anche un bell’esame pur non uscendo con il massimo dei voti». «La professoressa ha detto che sapeva che la nostra era una generazione che aveva tanto da dire», ha affermato Marco, riferendosi a un suo messaggio di questi giorni. «Lo confermo, smentendo la vulgata sui giovani rassegnati e disillusi. Ce ne sono come in ogni generazione, basta nutrirli».
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Corriere Adriatico