Pesaro, manda il fratello a sostenere l'esame di guida: viene scoperto e finisce in tribunale

Pesaro, manda il fratello a sostenere l'esame di guida: viene scoperto e finisce in tribunale
PESARO - Manda il fratello a sostenere l’esame di guida, a processo per falso e sostituzione di persona. E’ la storia di due fratelli indiani di 36 e 30 anni...

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PESARO - Manda il fratello a sostenere l’esame di guida, a processo per falso e sostituzione di persona. E’ la storia di due fratelli indiani di 36 e 30 anni finiti nelle maglie della giustizia. In particolare il maggiore dei due si era presentato alla motorizzazione civile di Pesaro per sostenere prima la teoria, poi la pratica per conseguire la patente dell’auto.

 
Il tutto coi documenti del fratello minore a cui aveva apposto la sua fotografia. Una volta arrivata la patente al fratello minore, questi ha sostituito la foto del 36enne con la sua. E il giochino era fatto. Anzi quasi. Il 30enne ha quindi denunciato lo smarrimento della patente, così da poterne avere una nuova di zecca, e questa volta con la sua vera foto e tutti i crismi necessari affinchè non fosse considerata farlocca. Ma è proprio così che sono stati scoperti e denunciati anche per simulazione di reato. 


Di qui anche l’accusa di falso e falsità ideologica. Il processo andrà avanti nelle prossime settimane. Intanto è arrivata la condanna per un 37enne sorpreso a rubare grossi tubi di rame, arrestato. Gli agenti della Volante della Questura di Pesaro nei giorni scorsi avevano arrestato un cittadino italiano, di 37 anni, pizzicato a rubare grossi tubi di rame all’interno di un deposito per materiali edili sulla Montelabbatese. Ad accorgersi della sua presenza, nel tardo pomeriggio di mercoledì, il proprietario del capannone che ha subito avvisato la Questura. La volante è intervenuta immediatamente e lo ha colto in flagranza di reato.


L’uomo, residente in provincia di Pesaro, aveva già ricevuto un foglio di via obbligatorio e contestuale divieto di far ritorno nel Comune di Pesaro per due anni, emesso nei suoi confronti dal Questore. E’ stato anche denunciato per la contravvenzione a tale divieto. Difeso dall’avvocato Stefano Vichi è stato condannato a 6 mesi di reclusione.

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Corriere Adriatico