Pesaro, litiga con i genitori mentre telefona, l'amica chiama la polizia

Pesaro, litiga con i genitori mentre telefona, l'amica chiama la polizia
PESARO -  Era al telefonino con l’amica per due chiacchiere quando ha sentito delle urla indistinte dall’altro capo. Erano grida di donna, piuttosto concitate, a...

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PESARO -  Era al telefonino con l’amica per due chiacchiere quando ha sentito delle urla indistinte dall’altro capo. Erano grida di donna, piuttosto concitate, a cui si è aggiunta una richiesta implorante di aiuto ripetuta più volte: «Aiuto, aiutatemi», per finire con il riattaccare subito. Poi il silenzio. Inutile riprovare a telefonare al numero. Nessuna risposta. A quel punto la donna, molto preoccupata, non ci ha pensato due volte e ha chiamato la polizia chiedendo di intervenire.


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Sapeva che l’amica, una giovane non ancora ventenne, era in quel momento in famiglia e sapeva che i rapporti con i genitori, sia il padre che la madre, sono da qualche tempo parecchio tesi. Trafelata e angosciata ha raccontato tutti i suoi timori alle forze dell’ordine che, temendo il peggio e che la situazione potesse degenerare, hanno immediatamente raggiunto l’abitazione indicata dalla donna, nella periferia semicentrale della città. E’ successo sabato pomeriggio. E quando la polizia è entrata nell’appartamento era già preparata a dover affrontare una situazione delicata. Era stata la madre della giovane a dare in escandescenze e ad aggredire verbalmente la figlia urlandole e gridandole addosso fino a strattonarla e a maltrattarla.

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E la ragazza era molto scossa e impaurita. A quel punto gli agenti hanno capito che, anzichè reprimere, dovevano piuttosto cercare di ricomporre i cocci dei legami familiari, sedare l’alterco, acquietare gli animi e cercare un punto di incontro che non sfociasse in vie giudiziarie. Alla base della violenta lite tra madre e figlia la preoccupazione della donna per le compagnie che frequenta la ragazza e il timore che possano irretirla o farla deviare su strade incerte fino ad allontanarla dalla famiglia. I poliziotti hanno dovuto essere un po’ psicologi per riportare il tutto in un alveo di maggiore tranquillità. La giovane, anche se intimorita, stava comunque bene ed era in buone condizioni fisiche, per cui non si è proceduto oltre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico