Pesaro, rompe il naso al marito e va a processo ma nel frattempo la coppia ha fatto pace

Un'aula di tribunale
PESARO Il marito è geloso, lei gli rifila una testata in faccia e finisce a processo. Il caso riguarda una coppia pesarese di 53 anni alle prese con dei litigi familiari....

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PESARO Il marito è geloso, lei gli rifila una testata in faccia e finisce a processo. Il caso riguarda una coppia pesarese di 53 anni alle prese con dei litigi familiari. Ma anziché seguire il solito cliché dove l’uomo picchia la donna o la costringe a subire ingiurie e vessazioni, qui il tutto è rovesciato.

 

 

Alla base la gelosia, con il marito convinto che la signora avesse un altro. Ma lei negava ogni altro coinvolgimento, così durante un forte diverbio, lei assieme al figlio minorenne ha aggredito l’uomo. Lo avrebbero percosso e insultato fino a spingerlo contro il muro. Poi la donna gli ha sferrato una testata in faccia rompendogli il setto nasale. Infine ulo stesso è stato anche colpito con un violento schiaffo al volto che gli procurato graffi in fronte e al naso. L’uomo, grondante di sangue, è finito al pronto soccorso dove gli è stata ricomposta la frattura nasale giudicata guaribile dai medici in 30 giorni. Da qui è scattata la querela con il figlio minorenne per cui si procederà a parte vista l’età, mentre la madre è accusata di lesioni personali aggravate dal fatto di averle commesse ai danni del coniuge. Una storia che ha avuto però dei colpi di scena perché l’uomo avrebbe ritirato la querela. Ma avendo ricevuto una prognosi superiore ai 20 giorni, ormai per il reato si procede d’ufficio. Dunque ieri mattina in tribunale a Pesaro l’udienza davanti al giudice monocratico. «Siamo riusciti a dimostrare che il marito, nonostante i 30 giorni di “malattia”, è comunque tornato al lavoro – spiega l’avvocato Matteo Mattioli - Questo ha fatto sì che il reato ritornasse nell’alveo della procedibilità su querela. Dunque la donna è stata prosciolta dall’accusa. Siamo molto soddisfatti anche perché la coppia si è riappacificata nel frattempo».

 

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Corriere Adriatico