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PESARO - È una vera e propria pesarese doc Nicoletta Lucchesi : nata e cresciuta in via Palmanova, vicino al parco della Pace, in un’epoca in cui quelle vie erano quasi la periferia della città, Nicoletta ha attraversato tutte le esperienze che fanno di Pesaro una città unica, dallo sport alla musica, passando per il canto e la cura della bellezza. «Da bambina giocavo in strada: l’elastico, il campanone, saltavamo la corda, ma anche la pallavolo selvaggia. Un’infanzia sicuramente più giocosa e relazionale».
Il suo primo esame lo fece a 6 anni: «avevo fatto la primina dalle suore e affrontai l’esame regionale per passare in seconda». Ha frequentato le elementari di Soria, alla Mascarucci, «quando ancora c’era Mascarucci! Ho amicizie che ancora durano dalle elementari, perché stavamo molto bene». Medie alla Dante Alighieri e contemporaneamente la frequentazione della parrocchia e degli scout.
La strada della mamma
La mamma aveva aperto un centro estetico a baia Flaminia e l’aveva chiamato Nicole «con la speranza che seguissi le sue orme, cosa che ho fatto molto più tardi, ma da piccola preferivo la professione di mio padre: era un tipografo e mi piaceva molto di più andare a vedere lui che faceva la foto composizione con tutte le letterine, ero affascinata da questo ambiente e dai suoi meccanismi». Pesaro, per Nicoletta è sempre stata una città a misura d’uomo e di bambini: «abbiamo tutto, collina, mare e il fatto che è una piccola città, dove ti potevi muovere bene con le amiche, ecc. Mia madre è di origini venete e quando andavo a trovare i suoi perenti mi rendevo ancora più conto della bellezza della nostra città. Da ragazzina adoravo prendere un autobus e farmi tutto il giro dei quartieri. La mia mamma aveva conosciuto mio padre mentre era qui in vacanza, perché lui era un musicista, cantante e trombettista. Anche io per molti anni ho studiato musica, ho frequentato il Conservatorio di Pesaro per seguire il canto. Ho fatto anche un provino per Sanremo, perché sono sempre stata una fan di Rossana Casale e avevo inciso un suo brano riarrangiato. Poi la cosa non andò in porto, ci volevano forse più agganci, anche allora, o forse non le sono piaciuta abbastanza. Ma seguo sempre Sanremo, mai persa una edizione».
Le superiori sono state quasi una scelta forzata: «Ti spingevano a fare ragioneria per avere un lavoro quasi sicuro, ma a me piaceva la psicologia, le scienze umane e leggevo Freud. Mi è sempre piaciuto di più l’aspetto psicosociale della vita. Avevo tutti volti alti, ma 4 in ragioneria (ride)». Infatti all’università si iscrive a servizio sociale a Urbino e ne esce con la lode. «Da ragazzina studiavo e avevo iniziato a lavorare dalla mia mamma, ma ho anche continuato a cantare con le orchestre dal vivo. Allora era anche abbastanza remunerativo e mi sono divertita. Amo anche ballare e recitare, un po’ tutto il mondo dello spettacolo mi ha sempre coinvolto. Ho fatto anche la comparsa, come mimo, al Rof». Piano piano però si appassiona anche al mondo dell’estetica, ma secondo criteri innovativi: «Iniziavo ad applicare anche i miei studi sul benessere personale, cavalcando le mie passioni. Sono sempre stata anche una grande sportiva, nella migliore tradizione pesarese: ho giocato a basket (e uno dei miei insegnanti è stato Enzo Belloni), a cui ho poi preferito la pallavolo. Diciamo che sono proprio calata nelle tradizioni e nelle arti pesaresi».
« Poi è arrivato l’amore - ricorda Nicoletta - e il progetto di famiglia: è nata Rossana, la mia primogenita e tutti sanno che purtroppo morì di cardiopatia a soli due anni e sette mesi.
Lo stile personale nell’estetica
Un percorso che le ha fatto anche trasformare il lavoro ereditato dalla mamma: «Dal punto di vista lavorativo anche l’associazione ha creato un impronta diversa nel mio modo di fare estetica, non più una cura solo dell’aspetto esteriore, ma molto più profonda: sviluppo delle energie sottili e dell’aspetto psicosociale, in aiuto alle persone. Inoltre, da quasi 8 anni, mi occupo anche di estetica oncologica».
Corriere Adriatico