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PESARO - Cacciatore uccise un pitbull e la circostanza scatenò un processo virtuale su Facebook. A giudizio per diffamazione anche l’assessore Enzo Belloni. Il caso risale al dicembre del 2020 quando Zoe, un pitbull di un anno, fu ucciso con due colpi di fucile in testa. Il cacciatore, che le aveva sparato, raccontò tutto ai carabinieri. Ma il caso rimbalzò sui social.
La storia
All’epoca, il Corriere Adriatico parlò con il cacciatore che disse di aver subito un «processo, condanne e impiccagioni sui social e sulla stampa. Il dispiacere è enorme, una disgrazia per ambo le parti».
Gli insulti
Il fatto divenne di dominio pubblico quando i proprietari del cane morto scrissero sui social: «Un cacciatore, pensando potesse essere un pericolo per lui, l’ha giustiziata. Come si fa a guardare negli occhi un’anima innocente e tirargli un colpo in testa». Il cacciatore finì a processo per aver ucciso il pitbull, ma l’accusa fu archiviata. Diversa sorte per i commenti espressi sui social che hanno portato a giudizio per diffamazione sette persone. Tra queste l’assessore Enzo Belloni, che scrisse su Facebook: «Uomo di merda, c’è ancora chi giustifica simili monnezze». Abbiamo interpellato l’assessore ma al momento preferisce il silenzio. Gli altri sei scrissero frasi come «figlio di p…», «un maledetto l’ha ammazzata, essere immondo». E ancora: «Assassino, l’uomo peggiore che esista», «verme pezzente, la colpa è tua». E anche: «E’ possibile rendere pubblico il nome dell’autore di questa atrocità».
Le intimidazioni
Sei di loro sono accusati anche di minacce, ma non l’assessore Belloni. Le frasi contestate sono: «La pagherà, si pentirà del giorno che ha deciso di fare il cacciatore». E ancora: «Spero gli succeda qualcosa già stanotte», fino a: «Spero che un cancro ti devasti, devi morire di una morte lenta e dolorosa. Spero che tu da solo metta fine alla tua vita squallida e inutile». «L’odio profondo di tutti ti raggiungerà». Commenti che hanno portato il cacciatore a sporgere querela, tutelato in sede civile dall’avvocato Roberto Brunelli e Cinzia Fenici che hanno chiesto 20 mila euro di risarcimento. Ieri l’inizio del processo.
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Corriere Adriatico